Images tagged "la-morella"

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  1. Savio Soares ha detto:

    Hi, I am planing to come. could you please email me a list of “vignaioli” participating.

    thanks.
    best
    savio

  2. Alberto ha detto:

    Si chiama BUSTRENG, non brusteng! :)))

  3. […] Further info at this link. […]

  4. Colombaia ha detto:

    Noi siamo d’accordo con tutti voi, finalmente urge una presa di posizione accompagnata da pratiche etiche e di vera appartenenza ad un modo di pensare legato alla terra e all’uomo che la lavora.

    Per quanto ci riguarda a suo tempo abbia già discusso con l’organizzazione di “quest’altro evento” che ci aveva contattati
    e abbiamo ritenuto non solo odiosa la parola ” cosiddetto naturale” quasi a voler metter in dubbio o sottolineare una ambiguità ma la pretesa di creare un evento alla moda .. ci ha veramente disgustato :)
    VIVA i veri contadini che condividono la fatica e il piacere di stare insieme

    Un abbraccio a presto
    Dante & Helena

  5. Geraldina ha detto:

    “semplicemente pirla”. un evento con il solito packaging fieristico, scevro di contenuti. è vero che la forma è parte della sostanza, ma a milano è rimasta solo la prima. ed è pure di cattivo gusto.
    geraldina

  6. Alessandro Bonci ha detto:

    ma loro non sono seri, non hanno nessun vino dalle marche ;-)

    gli anarchici marchigiani

  7. Andrea Andreozzi ha detto:

    Applausi,
    semplicemente uno schifo!

    Andrea
    I Botri di Ghiaccioforte

  8. Corrado Dottori ha detto:

    Ciao ragazzi: ovviamente sto dalla vostra e sottoscrivo in pieno il comunicato. L’ho anche ricordato or ora sul mio blog: http://ladistesa.blogspot.com
    a venerdì

    Corrado

  9. Francesca Padovani ha detto:

    Buongiorno a tutti,
    Io sono uno dei “cosidetti” (cosa che mi fa imbestialire) produttori naturali che è inciampato nel semplicemte uva “sistema a delinquere” Prima del vostro contatto telefonico ( out -out ) avevo già interrotto il mio rapporto con i “simpatici” organizzatori della manifestazione in oggetto. Non vi sto ad elencare le critiche che ho mosso a questi signori su i modi e i termini di questa degustazione.
    Sono contenta di partecipare alla terra trema dove, sono sicura ,sarò in compagnia di gente seria che ama il proprio lavoro e lo fa con passione. Ci auguro a tutti un bellissimo fine settimana insieme.
    grazie

  10. Cascina Caremma ha detto:

    Ma voi sapete chi è Davide Paolini???
    Guardate che non c’entra un cazzo con slow food e tanto meno con il Bio.
    Scusatemi ma mi sento tirato dentro e non mi va che si faccia un’accozzaglia tra le cose sane e le cose malate!
    Occhio a non prendersela sempre con i soliti noti anche quando non c’entrano una minchia, mi sembra un pò semplicistico e non fa bene a nessuno.
    Scusate lo sfogo.

    Con questo vi dico che fate bene a tagliare fuori chi non capisce che anche solo patecipando alle 2 manifestazioni si fa male a La Terra Trema

    Attendo notizie

    Gabriele Corti
    Cascina Caremma

  11. Raffaello Annichiarico ha detto:

    Quando ho sentito che la manifestazione “Semplicemente uva” coincideva con La Tera Trema, sono rimasto interdetto, e mi sono chiesto il perchè di tale coincidenza. Ancora non mi sono dato una risposta chiara, ma sicuramente l’unica cosa certa è che le intimidazioni, che hanno ricevuto alcuni produttori, non sono un buon segno soprattutto per chi (produttori, agenti, distributori e altro) ha deciso di abbracciare, o comunque di seguire lo spirito e la filosofia dei vini naturali (forse vanno approfonditi e discussi tali temi). Il “naturale” non è solo cercare di fare vino con meno cose dentro, ma è un modo di affrontare i lavori della terra, di rispettarla e rispettare i prodotti della terra, l’uomo, le piante. Ciò significa un approccio globale che prevede la condivisione, lo scambio di idee, di informazioni, di modi diversi di lavorare. Ciò e in forte contraddizione con l’agonismo a tutti i costi e la concorrenza.

    Andrebbe anche chiesto, per capire meglio, ai produttori coinvolti il perchè tra le due hanno scelto La Terra Trema ?

    Raffaello Annicchiarico Podere Veneri Vecchio

  12. Gianluigi Orsini ha detto:

    nell’ altro evento………………..si parla di etichette,
    non di vino e il ne del suo essere vino.
    ciao gigi orsini

  13. Giacomo Ruiu ha detto:

    bouna sera,

    ogni giorno sento notizie che vanno ad intaccare tutto cio che funziona bene ,tutto cio che c’è di buono inizia a diventare corrotto,marcio, semplicemente interesse…tutto per favorire la grande industria che oggi cerca di affiancarsi al rispetto della natura ,all’ecologia,mi torna in mente la grande enel con le sue menzogne ,perche queste sono,sull’energia pulita,e poi compra centrali nucleari dismesse all’est per importare energia;o la pubblicità del tetrapak…aspettate: http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=bXUWBE2Pq8I le ultime parole dicono tutto.

    esempi ce ne sono; ho cercato il sito di questa semplicemente uva,mi sembra una grande presa in giro a partire dal titolo e da cio che hanno scritto tra parentesi.

    il mio parere personale è che sia stata creata appositamente a scapito di chi fa l’onesto,a chi organizza con serietà un evento vero in cui si può realmente vedere la naturalità,la ruralità,la sostenibilità e la ricchezza qualitativa di un prodotto contro tendenza con tracciabiltà.

    la loro autocertificazione..le stesse date… a me sinceramente puzzano molto.

    la decisione di espulsione credo sia corretta altrimenti cadrebbe tutto il discorso di questo progetto.

    ci vediamo ,a presto

    Giacomo

  14. Podere Luciano ha detto:

    premetto che non ero a conoscenza dell’evento in oggetto,premetto anche che le coincidenze mi hanno sempre impressionato negativamente.noi siamo per la terra trema,a presto ,guido marina e linda di podere luciano.

  15. Piccolo Bacco dei Quaroni ha detto:

    Sono completamente d’accordo ed è anche l’ora che questi giornalisti del “ gusto” la smettessero di inventarsi manifestazioni che oltretutto sono carissime (per poi abbassarti il prezzo se tu gli dici di no)Credo che sia arrivata anche l’ora di ragionare sulle varie guide e selezionare noi a chi inviare i vini.
    Ciao Mario

  16. Forra a Pruno ha detto:

    scrive Tiziana
    è sempre la solita storia noi abbiamo le grandi idee e siamo avanguardia dei tempi poi arrivano i soliti furbetti e con i nostri percorsi fanno soldi o altro……. fino ad arrivere a situazioni del genere
    siamo daccordo è giusto mettere anche un out-out
    o riusciamo a creare una comunità resistente dove sono i valori, ideali e progetti che ci accomunano e non cediamo ai ricatti e alla forza del MERCATO
    non ci sono mai piaciuti i compromessi o le mediazioni
    saluti a pugno chiuso
    ci vediamo venerdi

  17. Carussin ha detto:

    CiAO Ragazzi,
    mio figlio mi ha girato la vostra bella ed accorata lettera, (a me non è arrivata, perché??), l’ho letta tutto d’un fiato e mi è molto piaciuta nei suoi contenuti! Non entro nel merito a riguardo di tutto ciò che è la Manifestazione Semplicemente Uva, non conosco personalmente Davide Paolini e, grazie al cielo, non ho intorno a noi (di Carussin) ed alla mia azienda gente che mi intimidisce nel dire cosa fare .. anche questo, sempre ringraziando il Cielo, la Provvidenza ecc ecc, frutto di scelte che non ci hanno mai permesso di entrare in “giri”, che a quanto leggo, mi sembrano molto strani.. ..sapete, noi siamo un po’ come i nostri Asini..quello che non capiamo a fondo non facciamo!! Ci siamo, a suo tempo informati, sulla manifestazione SU, ci mancherebbe, ma coincideva con La Terra Trema, manifestazione che Carussin ha “sposato” unitamente a tutti gli altri CW a cui possiamo partecipare, e, perciò, non abbiamo approfondito nulla! Nessuno ci è venuto a cercare o, tantomeno ci ha..intimidito..(sarà perché non siamo nessuno..ed allora GRAZIE a chi crede in noi!!!)
    Questi sono tempi di grandi scelte! ..e, proprio quando si è in difficoltà che è difficile scegliere e rimanere fedeli ad un ideale, magari, facile da seguire in tempi migliori! Comunque, ragazzi, quello che vorrei dirVi è che sbagliare si può! Vorrei spezzare una lancia per coloro che, magari, poi, avranno voglia di un confronto costruttivo con Voi! Siamo su questa Terra anche per Imparare ed insegnare e fra queste due azioni, a volte, ci passa l’errore!! La cosa veramente brutta è la parola “ricatto”! Su questo si dovrà ragionare! Siamo contadini appunto perché non ricattabili! Non abbiamo questo schema mentale, perché nel nostro lavoro con la Terra non esiste che noi, con Lei facciamo discorsi che contemplino il ricatto!! Ripeto, ci può stare l’errore di valutazione, il momento difficile, ma, spero tanto, che non vi sia il ricatto, perché, allora, bisogna denunciarlo! Non esiste che ci siano pressioni per scegliere cosa fare..non ho capito..ma cosa avrebbe comportato il non andare a SU?? Se produciamo Vino Naturale, cosa c’entra se partecipare o no ad una manifestazione?? Non capisco cosa vuol dire “in nome del cosidetto vino naturale”?? Mha! Ho ragionato con Voi a “voce alta”! ..a me, personalmente, nella mi semplicità di ragionamento..penso, invece, che si abbia avuto la voglia di “tenere il piede in due scarpe” e perciò apprezzo sempre più le “regole”.. ..giusto ed eticamente “buono pulito e giusto” il vostro out out, ma ripeto..:)) da “saggia 50enne”..quasi..non perdete il confronto con chi avrà voglia di spiegare a patto che alla base di tutto vi sia la SINCERITA’ e, magari, l’onestà di ammettere l’errore di valutazione!
    Ragazzi sono Cristiana Cattolica e cerco di praticare.., ovviamente con la voglia “conoscere” il modus operandi di altre “religioni” e sto, per il poco tempo che ho, approfondendo Gandhi…. penso anche che la parola guerra non vada bene! Chi fa quello che dice e dice quello che fa non ha bisogno di immischiarsi in guerre..basta aspettare nella cosciente certezza che, tanto, prima o poi, tutto viene a galla e la verità vince sempre..un po’ come la Natura..che l’uomo insensato vorrebbe controllare, ma Lei, grazie al Cielo..si ribella sempre!! Perciò non lasciamoci avvelenare da nessuno, respiriamo a pieni polmoni l’aria della nostra libertà e non l’ossigeno di chi vuole dipendere da questo o quello..l’ossigeno si dà solo ai malati..e noi non ne abbiamo bisogno!!
    BUON LAVORO!! A presto!!! …chissà, prima o poi anche .. venendoci a trovare!!! CIAO!!!
    Bruna Ferro

  18. Terra d'Arcoiris ha detto:

    Alla domanda che cosa lo distinguesse maggiormente dagli altri Ateniesi Socrate rispose: io mangio per vivere, loro vivono per mangiare.

    Il padre spirituale di tutti gli autori che hanno scritto e scrivono sulla gastronomia era Archestratos, che nel quarto secolo AC girò per terre e mari nella speranza di sperimentare accuratamente le gioie della pancia.

    Per cui niente di nuovo se qualcuno titola con un termine greco la propria, per metà ridicola, per metà fastidiosa attività di giornalista gastronomico, con l’abitudine a riempirsi la pancia con le eccellenze prodotte da noi, spesso facendosi riempire il portabagagli della macchina con tante leccornie in omaggio, con la speranza che scriva di noi e che questo ci faccia uscire dalla condizione precaria in cui produciamo e portiamo al mercato le nostre cose buone.

    Ma li inviterei ora e in futuro di non farci sapere quant’è buono il cacio con le pere.

    Saluti

    Walter

  19. Nic Marsèl ha detto:

    Io sto con La Terra Trema. E ieri (sabato) mi è piaciuto più che mai (ci vengo ogni anno) perchè ho potuto constatare la consapevolezza, la coerenza e l’onestà intellettuale di chi gestisce questo evento e di chi vi partecipa. E che in loco si argomenta con parole pacate, garbate, sensate e determinate.

  20. Marco Arturi ha detto:

    Il vino che fa tremare Milano
    Carta (16 novembre)

    http://www.carta.org/articoli/19860

  21. […] Semplicemente Uva è l’ultimo arrivo di eventi legati al vino “naturale” a Milano. Purtroppo in concomitanza con un altro evento del vino naturale: La Terra Trema. Che due eventi che hanno protagonisti vini e produttori “naturali” si svolgano nello stesso week-end può non sembrare una coincidenza e forse non lo è (leggi sul blog di Corrado Dottori e sul sito di La Terra Trema). […]

  22. Franco Ziliani ha detto:

    personalmente trovo infelice la scelta di Paolini e del suo entourage di far coincidere la data della sua manifestazione, che ha tutto il diritto di organizzare (come pure hanno diritto i produttori di vino di parteciparvi o meno) con la data di svolgimento, nota da mesi, di La Terra Trema. Causa impegni non ho potuto venire a Milano per nessuna delle due, ma se avessi dovuto scegliere, non avrei avuto dubbi su quale delle due rassegne avrei visitato. Condivido quindi i sacrosanti motivi della vostra indignazione

  23. davide ha detto:

    grazie ragazzi per la splendida esperienza del 2010, un grosso incentivo a continuare il lavoro in campagna per il 2011
    Davide

  24. carolina ha detto:

    Io mi aggiungo, anche se non partecipo a Terra Trema. Mi aggiungo perchè amo la terra di mio padre, sulla quale facciamo il vino che ci sostenta. Perchè sono un’inguaribile sognatrice e perchè mi sento un’artigiana del vino, una con i calli nelle mani ed il naso rosso in queste giornate fredde. Perchè ho la responsabilità di far andare avanti l’azienda di famiglia con l’etica contadina che l’ha sempre contraddistinta.

  25. giulia angela ha detto:

    io stò con voi.

  26. Condiviso sul nostro blog e FB. ciao

  27. Biba Acquati ha detto:

    anche io sto con voi e ci sono come sostegno attivo!!! Love

  28. Nic Marsèl ha detto:

    Che bello in una ci sono anch’io !

  29. Giancarlo ha detto:

    Anch’io stò con voi, e mi rallegro quando vedo dei giovani lottare per costruire qualcosa di positivo per tutti, non soltanto per sé stessi.

  30. Nic Marsèl ha detto:

    Anch’io sto con La Terra Trema ma sarebbe bello se vi parlaste con Porthos

  31. Andrea ha detto:

    La prima volta dietro il banco al leo…. Ottima esperienza grazie ragazzi!
    ora e sempre resistenza nei campi nelle vigne e per le strade d chi intraprende un viaggio che non sa dove porterà…
    Un abbraccio a presto!

  32. gaetano ha detto:

    Ok mi avete immortalato!
    E’ stato davvero un gran bel premio.
    Un abbraccio forte a tutti i ragazzi del Leoncavallo ed uno speciale a Luciana, bellissima madrina della cerimonia!!!!

    Grazie ancora.

    Gaetano

  33. Pasquale ha detto:

    Grandi i ragazzi(e gli attempati) del leoncavallo, ma grandi anche e soprattutto i ragazzi ( e gli attempati) del Folletto 25603 dei quali spesso ci si dimentica per la loro modestia e fessaggine… sono loro l’anima della TERRA TREMA ed è giusto ricordarli!
    In alto la roncola d’oro per i folletti!!

  34. […] corso della serata sarà presentato, da Paolo Bellati e  Elena Parona, il progetto Me(ti)ssage in a bottle. Progetto ideato da  La Terra Trema con Comunità Nuova per sostenere Belleville, centro per […]

  35. pasquale ha detto:

    Grande Alfonso!
    Un vignaiolo terra trema style!!
    Un vignaiolo che ascolta i Fugazi è per forza un vignaiolo con i contro…
    Pasquale

  36. […] ore 22, Leoncavallo s.p.a. ENABLERS categorie: La Terra Trema, News e Comunicati scritto da zzz il 13 settembre 2011 […]

  37. luca ha detto:

    io non ho parole per dire quanto è giusto che questa terra tremi. grazie all’insistenza del leoncavallo. anno via anno a stappare una sola verità: siamo e saremo ciò che produciamo. importante vederli, questi dissidenti della terra, stabilire con loro relazioni di gusto e significato. dobbiamo prenderci spazio, sottrarlo a chi mistifica, dimentico di quanto sia anche bassa la terra. no marketing, no rutilante e bel mondo patinato, sì alle unghie nere, alla pelle secca e incisa dal lavoro, a parole alcoliche e sapienti. la terrà è il futuro dell’uomo. lasciamo il resto alla bce, al fmi, al pd, ai governi e via elencando. teniamoci acqua, sole e terra. sempre di più, sempre più per tutti. vuol dire identità, curiosità del diverso, anzi trionfo del molteplice, del complesso, fine dell’omologazione utile a cervelli troppo rarefatti per tener dietro alla bellezza del diseguale. brinderemo al debito? faremo scendere lo spread di bicchiere in bicchiere?

  38. Nic Marsèl ha detto:

    A quando la lista dei partecipanti 2011?

  39. Antonio ha detto:

    Per noi resta la miglior fiera agroalimentare d’Italia!!!

  40. […] “LANGHE DOC Storie di eretici nell’Italia dei capannoni” […]

  41. Nicoletta Dicova ha detto:

    Gran bel commento Luca! La ricerca delle cose vere e autentiche, di quelle cose che hanno radici in un mondo sempre più superficiale e sradicato è l’essenza della crescita interiore dell’uomo…andare in profondità..non semlicemente aumentare la superficie..

    ..la ricerca del “nocciolo duro”, di ciò che resiste e rimane, che il caldo della vita non può consumare e degradare è l’unica strada che ci porta..verso noi stessi..

  42. […] 3/novembre/2011 ore 21, Cinema Mexico LANGHE DOC […]

  43. Marco ha detto:

    Ciao,
    un informazione, la TERRA TREMA sostituisce la manifestazione che qualche anno fa si chiamava CRITICAL WINE?
    Giusto?
    Grazie
    Ciao

    • zzz ha detto:

      Tra le evoluzioni del Critical Wine di Veronelli e dei Centri Sociali Autogestiti: La Terra Trema – Vini e vignaioli autentici, agricolture periurbane, cibo e poesia dalla terra – progetto/evento ideato e realizzato dal Folletto25603 (spazio occupato e autogestito ad Abbiategrasso – Milano) insieme a centinaia di agricoltori, vignaioli, scrittori, enogastronomi, appassionati, spazi resistenti, cittadini, paesani. Evento simbolo è la tre giorni: La Terra Trema al Leoncavallo, fiera enogastronomica riconosciuta in Italia e Europa, realizzata in totale autogestione, senza sponsor, né patrocini, negli storici spazi del Leoncavallo s.p.a. di Milano.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Critical_wine

  44. SOLIMAGO ha detto:

    Vorremmo avere i dettagli per poter partecipare con il nostro banchetto all’edizione di quest’anno.

    Attendiamo vostre notizie.

    Grazie e a presto.

    Antonella e Simonetta Licata

  45. Erica ha detto:

    ciao.
    a quando la pubblicazione del programma con gli orari?

  46. luigi antonioli ha detto:

    ciao faccio il vignaiolo con l’associazione veneziana”laguna nel bicchiere, le vigne ritrovate” che ha recuperato tre vigne in città, e promuove i vini naturali prodotti in laguna non abbiamo vino da vendere ma mi piacerebbe poter partecipare per raccontare l’esperienza di un vecchio tecnico che abbandonato da anni il mondo del vino”barbie”
    e dell’agricoltura rapina ha finalmente ritrovatola voglia di tornare in vigna se mi mandate il programma ve ne sarei grato

  47. Alessandro ha detto:

    La vita è parca di soddisfazioni e bisogna saper prendersele. Secondo me Alfonso insegue questa filosofia vivendo all’interno di un suo mondo ideale nel quale la vite non rappresenta uno strumento di lavoro, ma la sua vita stessa. Non cambiare mai ! Alessandro

  48. rita ha detto:

    Il bisogno di tutti noi è lo stesso del pianeta che ci sta ospitando, è un onore vedere gente come voi coinvolta a fare del pianeta un posto migliore, ciò che è dentro è anche fuori. Una mano che lavora piano, che accarezza e nutre il pianeta. Grazie

  49. DAMIANO ha detto:

    Ciao

    sempre un ottima atmosfera… si va alla scoperta di vini non comuni e di personaggi fantastici e fuori dal tempo… bello lasciarsi contaminare
    In alto il bicchiere

  50. pasquale ha detto:

    In alto i calici per Claudio de La Viranda!
    Rispetto per Luciana: 86 anni e 35 anni al leoncavallo!
    Massimo rispetto per tutti quelli che hanno lavorato alla costruzione di questo incredibile evento…25603 folletti…

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  66. […] 14:14. Ultimo aggiornamento: 29/03/12 alle: 14:14LABORATORIO PRATICO DI AGRICOLTURA E URBANISTICALaboratorio Pubblico di Agricoltura e UrbanisticaArea umida, Orti, Siltal e Annunziata: ripensare insieme il futuro di una porzione città.Nel […]

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  68. […] http://www.laterratrema.org/2012/04/foto-laboratorio-di-agricoltura-e-urbanistica-partecipata-sullar… Condividi questo articolo:ShareTweetvar addthis_config = {"data_track_clickback":true};Pubblicato da Paolo B il 5 aprile 2012.Articoli collegati: […]

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  70. […] Programma categorie: News e Comunicati scritto da zzz il 7 aprile 2012 […]

  71. antonella reatini ha detto:

    salve mi piacerebbe vedere qualche disegno degli architetti del vostro gruppo per capire come hanno affrontato il progetto
    Grazie saluti

  72. […] 23/24/25 Novembre 2012 || LA TERRA TREMA al Leoncavallo || La natura delle cose […]

  73. […] La terra trema al leoncavallo. La natura delle cose Posted on 16 agosto 2012 by Redazione territorioparmaovest 23 novembre 2012 10:00a25 novembre 2012 18:0023/24/25 Novembre 2012 || LA TERRA TREMA al Leoncavallo || La natura delle cose […]

  74. […] Sabato 11 giugno 2011, Folletto 25603 (Abbiategrasso MI) […]

  75. […] seconda rivoluzione nell’orto / fotografie La rivoluzione nell’orto / fotografie categorie: feature, Video scritto da zzz il 15 marzo 2012 […]

  76. Nic Marsél ha detto:

    Sono sempre intervenuto a tutte le edizioni de “la terra trema” e sicuramente ci sarò anche quest’anno. Tuttavia non condivido l’utilizzo di un’immagine (per bella che sia) con un fucile in evidenza per rappresentare una manifestazione che ha lo scopo di festeggiare la vita. Con immutata stima.

    • laura_no ha detto:

      gentile nic marsél, è memoria contadina e partigiana; altre sono le cose violente e le violenze. grazie. un caro saluto.

      • Nic Marsél ha detto:

        Laura, mio nonno mezzadro e mio padre muratore non hanno mai avuto un fucile, e ogni partigiano ne avrebbe fatto volentieri a meno. Per questo non lo ritengo simbolo appropriato. Ma non è mia intenzione spostare l’asse della discussione su un tema comunque delicato che potrebbe portarci ad inutili fraintendimenti. Ci sarà modo di parlare serenamente durante i giorni della manifestazione, davanti ad un buon bichiere di vino :-) A presto

        • Corinna ha detto:

          Ragazzi, devo dire che anch’io ho qualche problema a veder rappresentata la mia “resistenza” di contadina con un fucile. Sono una vecchia (di storia personale, un po’ di età, ma non di cuore e mente) femminista e pacifista e sono convinta nel profondo che con le armi non si risolve nè si è mai risolto nulla, Ghandi insegna… Le armi le hanno sempre usate i potenti e gli sfruttatori, noi mettiamo in campo solo semi di vita e di pacifica convivenza, vi prego.
          Un grande abbraccio e, ormai, a prestissimo!
          Corinna, da sempre con voi e tra voi al Leo.

  77. […] LA TERRA TREMA al Leoncavallo […]

  78. Michael Enis ha detto:

    I apoligize for not speaking Italian. I came across your site in a Google Images search and I would love to buy one of your tractor shirts. Do you sell them? Thank you,

    Michael

  79. lampu ha detto:

    Ma scusate, i buldozzer che spianano e divorano per aprire una nuova strada per raggiungere un centro commeriale bello fiammante, oppure per collegare la campagna con l’areoporto di Malpensa, asset strategico fondamentale, infischiandosene di storia, memoria e ambiente … non e’ violenza? Quel fucile significa che siamo pronti a difenderci, non e’ certo una chiamata alle armi…. Sta a significare che non intendiamo farci fregare. L’agricoltore per continuare ad esserlo deve realmente combattere, e l’immagine rappresenta simbolicamente la battaglia che si compie ogni giorno, contro chi non sto certo ad elencarvelo. L’agricoltore non e’ contendo di dover combattere per vivere. E’ un’immagine di sofferenza, il comattente solo, costretto alla guardia, profondamente malinconico anche nello sguardo. Non e’ un marine che mostra i muscoli, e’ un’immagine straziante. Almeno io la percepisco cosi’ ….

  80. vittorio rusinà ha detto:

    Un manifesto forte, ma il momento richiede forza e fermezza, il disegno di Simone Massi è come un totem, vuole attirare la massima attenzione (e ci riesce) al momento che stiamo tutti noi vivendo non solo nelle nostre campagne ma anche nelle nostre città, è un momento in cui è necessario resistere e tenere la posizione.

    • Luis ha detto:

      un manifesto forte, attira attenzione, ma, forse divide e anche allontana a quelli che credono nella vita e la non violenza, voglio dire, alcune immagini servono più a quelli che sono contro che non a quelli che sono a favore… dice Lampu, “sta a significare che non intendiamo farci fregare” ma per questo serve di più avere gli occhi aperti e meglio informati, la vera e potente arma dovrebbe essere un nostro atteggiamento consapevole di NON COMPRARE quello che male ci fa, il potere è nostro… un abbraccio a Corinna e Nic Marsel

  81. Paolo Rossi ha detto:

    vorrei sapere come funziona la possibilità di assistere a questo evento: bisogna semplicemente andare al cinema Mexico oppure è necessaria una prenotazione?
    posso avere delucidazioni

    grazie

    • zzz ha detto:

      Ciao Paolo,
      per assistere a questo evento basta andare venerdì sera al Cinema Mexico, col giusto anticipo.
      Non è necessaria infatti alcuna prenotazione.
      a venerdì!

  82. andrea occhipinti ha detto:

    Voglio ringraziare di cuore tutti voi ragazzi che ci avete dato la possibilità di partecipare a questo evento straordinario. Stupendo e complimenti davvero!!!

  83. Marco ha detto:

    Ciao, come sempre splendida e ottima manifestazione. Bravissimi tutti i ragazzi del Leoncavallo e forse la più bella manifestazione che riguarda il vino e i prodotti della terra. La Roncola a Garella super meritata, seguo questi ragazzi da anni e ciò che producono è qualcosa di veramente unico. Chissà Juan cosa penserebbe di loro? GRANDI!!!

  84. Liana ha detto:

    mi aggiungo ai complimenti!!! buono il vino belli e bravi loro!

  85. sabi ha detto:

    Delle volte i sogni si realizzano.
    Un abbra Sabina

  86. […] God Save The Green | Anteprima a Milano | 15 aprile 2013 ore 21 Cinema Mexico […]

  87. Gigi ha detto:

    In ritardo ma anche il nuovo Papa è con il Folletto

  88. rosaria ha detto:

    Chi sono io per privarti della libertà…
    dagli errori s’impara, ora spendi il resto della tua vita per lasciare un’altra impronta, QUELLA BUONA, che segni felicemente il cammino di chi t’incontrerà, uomo nuovo, uomo pentito, uomo con la U, maiuscola! VIVI LIBERO E PENSA…

  89. Devon Sutton ha detto:

    Il cimitero degli ergastolani di S. Stefano, attiguo al vecchio carcere (1795- 1965), costituisce un luogo simbolico da vedere e far vedere perché racconta in modo emblematico, con le sue 47 tombe senza nome, non solo la spietatezza dell’esclusione degli ergastolani dal consorzio umano anche post-mortem, ma soprattutto ciò che oggi è l’ergastolo. In particolare la tortura dell’ergastolo senza speranza, quello cosiddetto ostativo, in base al quale due terzi delle persone attualmente condannate alla pena eterna, sono sostanzialmente escluse da quei benefici che permetterebbero la concessione, almeno teorica, dell’uscita dal carcere dopo 26 anni di pena scontata. Per questi reclusi l’ergastolo costituisce un “fine pena mai” effettivo, che prevede oltre alla morte sociale e civile, la loro effettiva morte in carcere.

  90. […] è venuto a trovarci al Folletto neanche tre mesi fa, per condividere, raccontare, chiacchierare. Qui trovate la registrazione di quella serata. GIOBBE LIBERO […]

  91. […] è venuto a trovarci al Folletto neanche tre mesi fa, per condividere, raccontare, chiacchierare. Qui trovate la registrazione di quella serata. GIOBBE LIBERO […]

  92. Jacou ha detto:

    Giaobbe è uno di noi.Talmente uno di noi che non ho nemmeno bestemmiato quando, a notte fonda, dopo un viaggio Torino-luino( in 4 su una vecchia panda) scoprii che c’erano ancora 45 minuti a piedi prima della sua casa,dove finalmente aprii lo zaino vennero fuori cinque chili di toma della val Cenischia. Giobbe è talmente uno di noi che abbiamo scritto insieme un libretto antilileghista discutendo dalla prima all’ultima pagina, Giobbe èlìunico uomo con cui abbia divido un letto mtrimoniale (era casa sua) senza fastidio, e non siamo gay. hannocolpito un simbolo,un vero montanaro, un vero compagno.

  93. modesto ha detto:

    Contattate Cascina baricchi che la gente vuol bere duro… Noi saremo cmq presenti!

  94. Paola ha detto:

    Bellooo…
    prima o poi ci andrò… dopo anni che mangio le sue arance e limoni e poi mandaranci…e le olive.. dobbiamo proprio venirti a trovare anche noi.
    Forza Giuseppe!
    Paola di gas arcipelago Milano

  95. renato ha detto:

    eccellente combinazione eno-gastronomica gradi lealtà, armonia e rispetto ella nostra terra . VIGILIAMO !!!!!!

  96. Davide ha detto:

    Quanto costano le degustazioni?

    • zzz ha detto:

      Le degustazioni sono libere, così come gli incontri, i concerti, i laboratori.
      L’ingresso alla manifestazione è con sottoscrizione all’ingresso di 8 euro, che comprende il calice da degustazione, il catalogo dei produttori presenti, una scheda per votare l’aspirante vincitore de La Roncola d’Oro 2013.
      Ti aspettiamo!

  97. Sarah ha detto:

    Buongiorno,
    a che ora è prevista la cena? Bisogna prenotare?
    Vedo che il prezzo è di circa 15 euro; ciò significa che a conti fatti si spende circa tale cifra o che c’è anche la possibilità di un menù fisso a quel prezzo?

    Grazie!

  98. Maria Elisabete Yang ha detto:

    Dove Io compro im Brazil/ Rio de Janeiro?

  99. Paola Cassara' ha detto:

    Sig. Dario sono Paola di Palazzo del Pero (Arezzo) e’ un piacere leggere che ci sono Aziende Agricole contrarie all’ OGM e dire “Vivere in sintonia con la Natura.” Domanda e’ possibile, anche occasionalmente lavorare per Lei? in attesa grazie, Paola

  100. Giuseppe ha detto:

    Complimenti’, continui.

    • volturo ha detto:

      Ottime idee.State sviluppando dellle linee di comercializzazione?
      Volete formare dei consorsi.

  101. Pasquale Capuano ha detto:

    Mi interessa molto la vostra filosofia riguardo al valore del cibo e come filosofia di vita. Io vivo tra Pesaro e Rimini fatemi sapere possibilmente dove posso comprare la vostra farina e altri vostri pridotti grazie tanto

  102. massimiliano ardessi ha detto:

    buonasera, stò iniziando un orto e volevo sapere dove potevo trovare sementi biologiche garantite e quali qualità sono disponibili. avendo dei bambini piccoli stò cercando di fare il meglio possibile. grazie

  103. Benedetto Schiraldi ha detto:

    buon vino dolce, da me preferito con filetto di manzo adulto (al sangue) ed insalata verde. Da me prefiferito anche come dessert, dopo un buon pasto.

  104. paolo ha detto:

    Ho assaggiato tutti i quattro vini dell’azienda ,anche l’ultimo nato il Tazzara, grandissimi vini,complimenti, continua su questa strada.

  105. luciana ha detto:

    Apriamo gli occhi e riempiamoci la testa di verità e di conoscenza spero che sia la prima di una serie di iniziative è dovere di ognuno di noi ortista consapevole fare il passaparola grazie Teodoro!

  106. Nadia Gaudio ha detto:

    Ho un piccolo giardino,
    E sarei interessata ai semi,
    Come posso contattarvi?

  107. messana ha detto:

    Lei incarna la soluzione ad ogni problema,oggi in corso. Dalla malattia, all’economia. Sarà a causa del cibo, sarà per quel che sarà, ma se non ci diamo una mossa le prospettive future non sono rosee. E non dovrebbe essere così. Il buon Dio, non ci ha creato per disperare. Evidentemente i manipolatori di mente hanno fatto sì che l’uomo si allontanasse dalle leggi divine sperimentando ogni sorta di diavoleria (dai trattori, semi, religione ecc) che non ci portano in altro posto che l’abisso.
    Prima del 1500 degli uomini l’hanno sperimentato per 1000 anni e le cattedrali ancora e continuano a parlarci della sua grandezza. Oggi quel periodo lo chiamano medio evo, età oscura, retrograda ecc. La verità è che era la perfetta armonia tra lo spirituale e il temporale. L’età perfetta. Non scandalizziamoci di queste affermazioni. Anzi proponiamoci di rivisitare la storia. Prendendone atto non potremmo che farci del bene. Quant’anche fosse solo per aver la possibilità, anche se in forma ristretta, di cibarci in salute.

  108. Annamaria ha detto:

    Salve , condivido le sue idee sopratutto sulle multinazionali degli o.g.m. Adoro la Sicilia e i suoi prodotti! Come e dove posso comprare la sua farina?
    Grazie
    Annamaria

  109. Domenico ha detto:

    Ho avuto il piacere di bere il Vs. Gattinara, bottiglia da mezzo litro presso il Rist. BRIOSCA di Gattinara, trovandolo ottimo!!! Se dovesse fare qualche degustazione e potesse avvertirmi gliene sarei grato. Auguri e continui cosi’.

  110. Lorenzo ha detto:

    Se ben ricordo hanno anche detto che il riscaldamento del pianeta è un’invenzione per il popolino e che anzi il clima da qualche anno si sta raffreddando.

  111. michele ha detto:

    da ex studente della facolta di agraria di milano e ora agricoltore devo dire che i dogmi che la maggior parte dei professori universitari insegnano sono qualcosa di veramente vergognoso. Non solo le nozioni diffuse da questa gente sono strumentali al mantener florida la peggior agroindustria ma spesso sono pure vecchie di vent anni! oltre al danno la beffa…

  112. Anna ha detto:

    Mi piacerebbe assaggiarlo…il Tazzara.

  113. Franco ha detto:

    Parole sante!
    L’analisi presentata mostra come la lotta della classe dominate contro il proletariato non sia mai stata così forte: dopo dieci anni di avanzamento (gli anni ’60) e dieci di equilibrio (gli anni ’70 con le stragi ed il terrorismo) sono ormai oltre trent’anni che i lavoratori sono in continuo arretramento di fronte all’offensiva padronale a colpi di terrorismo, crisi, inflazione e disoccupazione. La coscienza delle numerose sconfitte subite avanza fra i lavoratori, ma come fare però per non assistere alla solita diaspora dei “compagni”?
    La diaspora che ieri abbiamo rivisto con la lista Tsipras (ricordo lo squallore dell’assemblea preparatoria alla Casa della Cultura, per non parlare di quanto accaduto dopo la “vittoria”), la diaspora dei 5 stelle, dei rifondatori, dei verdi, dei vecchi partiti comunisti e socialisti, ecc..
    Troviamo una via percorribile, altrimenti tutte le belle analisi restano lettera morta e la legge della giungla avanza in una lotta di tutti contro tutti dove vince il più forte, ossia il padrone.
    Chi ha idee e proposte le porti avanti le espliciti, su questo dobbiamo confrontarci. altrimenti sono solo chiacchiere e siamo costretti a scegliere da chi vogliamo essere ammazzati: da un padrone mafioso o da un padrone liberale o preferiamo dei militari; meglio una multinazionale usa o europea o cinese? Non sono uguali, ma che tristezza essere ridotti a scegliere il boia meno crudele!

  114. mario ha detto:

    Sono passato di lì per andare a trovare degli amici e ho scoperto la Vostra azienda vinicola… ne sono rimasto entusiasta.grazie anche alla Vostra ospitalità. Non potevo non andar via con un po del vostro stupendo lavoro e mi avete fatto scoprire la Pollera, un vitigno autoctono che non conoscevo. Complimenti al vostro lavoro e alla vostra passione. Gli amici sono Franco e Adele. Ci risentiremo per futuri ordini. Saluti da Genova. Mario

  115. antonino ha detto:

    ciao, io sono nelle stesse condizioni tue..ho della terra e ho deciso di piantare le barbatelle e fare vino locale..premetto mi trovo nelle colline fra palermo e agrigento e la mia zona non è conosciuta per produzione di vino.io volevo riprendere i vecchi vitighi ed in particolare valorizzare il perricone e il nero canino o canina..volevo fare un vino particolare..spero di riuscirci..saranno bene accetti suggerimenti e potremmo scambiarci punti di vista..io pianterò circa 400 viti, non di piu per fare vino per me ed amici..poi si vedra..a presto e spero che potremmo metterci in contatto per scambiare opinioni e idee..

  116. ines ha detto:

    complimenti!i vostri prodotti sono squisiti!!!continuate così!!

  117. Vittorio Melandri ha detto:

    Luigi Veronelli, nel corso della sua carriera di “divulgatore”, (non solo nel campo enogastronomico, ma culturale ad ampio spettro), ha anche ideato una bella rivista, che aveva chiamato: “L’Etichetta”, purtroppo da tempo non più in edicola.

    L’ho anche incrociato da vicino, anche se per pochi momenti una sera di settembre 2003, ad una cena notturna, imbandita per ricordare Gianni Brera. In un ristorante all’estrema periferia ovest della provincia di Piacenza, il Casa Bella di Ziano, dove numerosi SenzaBrera, hanno avuto la fortuna di ascoltare una nutrita schiera di amici, del Giuanbrerafucarlo, rievocarlo con passione, sia dal punto di vista della sua vocazione-professione; quella di uomo di lettere, sia dal punto di vista squisitamente umano. Veronelli doveva essere fra i protagonisti della serata, ma riuscì solo a fare un fugace atto di presenza.

    Mi ricapitò in quella occasione tra le mani, il primo numero della rivista figlia del suo umile genio non a caso amico di Giuan. L’etichetta, ha vissuto sotto la guida di Veronelli, poco più di un decennio, dall’autunno 1983, all’estate 1994. Sul numero 1, Brera ha scritto da par suo, dello Scopone; “un gran gioco di carte fondato sul calcolo e sulla fortuna..”. Ma quel pezzo, Brera lo chiudeva sostenendo che se si è stanchi è meglio….

    “entrare in una partita a brischetta, che in Lombardia si chiama anche briscola chiamata, gioco del due, bellora e rabbiosa. ….Un giorno o l’altro ci voglio scrivere su un trattato: non in latino, certo, bensì in dialetto lombardo.”

    Concludeva così, con questo annuncio, il suo scritto. Chissà se poi l’ha scritto, quel trattato, Giuanbrerafucarlo; trovarlo per un ConBrera, sarebbe davvero una gioiosa scoperta.

    Della rivista L’Etichetta, possiedo l’intera raccolta, ed il piacere di sfogliare ogni tanto i suoi numeri, non si esaurisce con il passare del tempo.

    Per dare un’idea dello stesso, propongo qui di seguito la trascrizione dell’ultimo editoriale dell’enofilosofo più brillante e rivoluzionario che l’Italia del dopoguerra abbia conosciuto.

    «Nell’ultimo numero di Il Consenso, marzo 1994, trimestrale del Seminario Permanente che porta il mio nome, Mario Fregoni illustre professore enologo, già presidente del Comitato per le D.O.C. e, di ben maggior valore dell’Office International du Vin, muove una duplice accusa ai politici, sia italiani sia europei, che presiedono alle sorti del vino. Cito testuale: « … accettano solo le pratiche enologiche più diffuse ed economicamente più forti e colme di interessi industriali e dimenticano il progresso scientifico e tecnologico».

    L’accusa è duplice: ignoranza e corruzione. Va da sé: le condivido appieno.

    Uno dei miei racconti mai scritti è sulla merda che, per un intervento ineludibile, anziché sfarsi, cresce, all’infinito, indistruttibile, ed occupa l’orbe terracqueo.
    Mi torna in mente, va da sé, quasi ovunque; mai così sgradevolmente come ora che leggo sul mio quotidiano, la Repubblica, un articolo d’inaudibile violenza contro i vignaioli. È stato pubblicato il 20 maggio, venerdì, con titolo «A Bruxelles una lotta per la vite» e sottotitolo «Vino, l’UE vuole togliere all’Italia la leadership. Nei campi è rivolta». Autore: tale Carlo Gambi. Un intero relazionificio dei padroni del vapore non avrebbe saputo scrivere meglio a vantaggio delle produzioni industriali, ottenute con gli arricchimenti artificiali di quanto si ottiene nelle vigne.
    A Bruxelles – mentre scrivo, 29 maggio – politici famelici stanno discutendo, divisi in due blocchi, uno a favore del mosto concentrato rettificato, l’altro a favore del saccarosio. Gli uni difendono le prebende che arrivano dagli industriali dello zucchero, gli altri le tangenziali dei produttori di mosto concentrato rettificato. Gli uni e gli altri contro gli interessi dei veri vignaioli che vogliono produrre con le sole uve delle proprie vigne. Il 29 maggio 1994 nessuno che, anche minimamente, se n’intenda può ignorare che ciò può essere fatto con buoni risultati anche nelle annate più difficili con l’adozione di una tecnica nuova, di difficile nome e di facile uso: l’evaporazione osmotica.
    La si ottiene concentrando, con processi solamente fisici e non violenti, i mosti per semplice eliminazione di parte dell’acqua in essi contenuta. I vini che se ne ottengono, sia bianchi sia rossi, sono più complessi, meglio strutturati, più ricchi non solo in alcol ma di ogni altro elemento delle sue doti qualitative. Che fare allora, come sfuggire all’ineludibile? Mi sono difeso sino ad oggi bene. L’Etichetta è un “rifugio atomico” a tutta prova, è un “compartimento stagno”, e tuttavia, gradevolmente dialettico. Leggi l’articolo sul Chianti classico di Daniel Thomases, quello sul Mad. 61 di Giovanni Salvaterra, l’intervista a Michael Broadbent di Gelasio Gaetani, il reportages sui grandi chef europei di Renato Fiorentini, il servizio sul rame in cucina di Marica Capello, le invenzioni artistiche di Aldo Mondino descritte da Decio Carugati.
    Ripercorrendo le righe, eseguendo le ricette, bevendo i vini, ci confermeremo nella convinzione: la vita per noi è una continua, voluta eccitante selezione: al bello e al buono. Gli altri …. Meritano l’inferno di quel mio racconto mai scritto.»

    Luigi Veronelli

  118. Daniele Marziali ha detto:

    da spatacco!!!

  119. costantino ha detto:

    Ci sarò per dare un senso a ciò che faccio da sempre (lottare contro l’egemonia alimentare) e per dare l’esempio a mio figlio.

  120. Rosanna Carpentieri ha detto:

    Evviva l’agricoltura resistente, ribelle e partigiana, contraria di fatto a qualunque omologazione!Non posso che sentirmi incoraggiata da voi de La Terra Trema, nella mia lotta intrapresa a titolo personale in un Comune che ha calpestato l’agricoltura, piegandosi al malaffare e alle speculazioni del cemento.Vi scrivo da una zona di San Giorgio del Sannio (BN), da una contrada “Cerzone” di Cesine” (i nomi ne svelano la storia!) da preservare in quanto di grande interesse storico-testimoniale col suo casolare colonico del ‘700, ma completamente assediata dal 1980 ad oggi, dal cemento, da capannoni squallidi, da scelte scellerate di un’amministrazione mafio-clientelare che con una pedestre lottizzazione p.i.p. (siete invitati a venire a vedere e documentare) ha fatto della terra una merce di scambio.In questa zona mio padre Ilario Carpentieri ha esercitato una viticoltura pionieristica e ribelle in ogni senso, fregiandosi del primo premio della Festa del Vino nel 1974. Gli altri si sono piegati, lui no.
    Io seguo le sue orme di dissenso resistente, disegnate e incise sul mio cuore, affiancando alla vigna il roseto, tra panico, voluptas e pasti cosmici….

  121. letizia ha detto:

    Io c’ero. Venuta su da Siena, per incontrare cose vere: sono soltanto una consumatrice attenta, amareggiata, insoddisfatta, ma speranzosa. Sono una compagna, anche o soprattutto, non so. Da voi, ho trovato la semplicità della volontà di vivere bene, nel giusto, per tutti, lottando, con fermezza ma anche leggerezza. Non ho incontrato soltanto produttori ma una buona aria confortante, sono ripartita più ricca di consapevolezza, buone idee, progetti personali e non. Meno arrabbiata, o forse piena di una rabbia nuova, utile. Grazie. Forza, coraggio, avanti. Un abbraccio. Letizia, Siena

  122. letizia ha detto:

    I wish I were there! Qui si muore di renzismo e simpaty for Farinetti devil…che fatica! Resistenza, comunque! Letizia Monteroni d’Arbia (Siena)

  123. teo ha detto:

    bien, ci voleva qualcuno che affrontasse l’argomento, ma occhio a dipingere i produttori come vittime di questo sistema, tante volte sono anzi motore di questo stesso sistema….

  124. Filippo Ronco ha detto:

    Su Teatro Naturale uscirà lunedì (mi pare) un editoriale a mia firma proprio su questo tema. Vi suggerisco di leggerlo.

  125. davide ha detto:

    Secondo il mio punto di vista questo è un non problema.

    La distribuzione serve al mercato e serve al produttore per far conoscere quel vino che altrimenti sarebbe rimasto appannaggio di pochi.

    I distributori, aziende spesso costituite da giovani appassionati, rappresentano l’unico volano per far si che la qualità venga apprezzata da ristoratori ed enoteche e questo significa anche “ridurre la distanza tra produttore e consumatore”

    I distributori, sempre più spesso sono persone appassionate, conoscitori dell’azienda e dei processi produttivi, che rispettano il produttore e ne valorizzano gli aspetti meno noti. Investono in benzina, telefonate, viaggi, tempo….è il loro lavoro e va rispettato.

    Il concetto di monopolio esiste solo se il produttore lo accetta, (quasi sempre vale per l’estero) alle fiere, molto spesso è il distributore a pagare la fee di ingresso, ecco perché il vignaiolo elegantemente lascia il suo biglietto da visita.

    Insomma, non lasciamoci spaventare da dinamiche inevitabili e spesso virtuose, impariamo a riconoscere le diverse situazioni e a non soccombere, informando ed informandoci.
    Speriamo invece che i distributori siano sempre mossi dalla Cultura del vino e non da mere speculazioni (che vanno quasi sempre per fortuna poco lontano)

    Speriamo invece che i produttori non cedano alle lusinghe della grande distribuzione, del profitto misero ma sicuro, a scapito inevitabilmente della qualità.
    Non possiamo (purtroppo) sabotare il sistema economico in cui viviamo, impariamo piuttosto a riconoscere le reali minacce dagli spauracchi del web….

    • Antoine ha detto:

      cito: …….Il concetto di monopolio esiste solo se il produttore lo accetta……..
      leggendo questa frase risponderei, quasi in modo sgarbato, è ovvio sul piano formale, ma chi fa l’imprenditore, non può sempre fare le scelte che si dicono, ci sono le necessità di incassare, di vendere che fanno parte di una realtà troppo facilmente dimenticata.
      E non e vero che le esclusive valgono di più all’estero! anzi io vivo l’esatto contrario non ho problemi da avere più importatori nei vari paesi, escludendo i stati con monopolio Svezia, Norveggia, Canada.

      cito ancora ….i produttori non cedano alle lusinghe della grande distribuzione…….. ma quale lusinghe? chi ci ha mai creduto? tutti sanno che è uno strozzinaggio, ma qualcuno ha necessità di vendere, intanto penso di sbagliare poco ma i produttori di qui non hanno i numeri della grande distribuzione

  126. Fabio Zanzucchi ha detto:

    Articolo naïf a dir poco, ideologico, inconcludente e anche furbetto. Se il produttore è libero di vendere a chi gli pare nel mercato dove opera il suo distributore, allora il suo distributore è libero di non comprargli più il vino. Decida il produttore: come vuole impostare la sua politica commerciale ? vuole vendere direttamente ai consumatori ? fantastico: sappia però che non avrà più tempo per coltivare il suo vigneto. Auguri.

  127. Wroom ha detto:

    secondo me prendete un grosso granchio: il distributore non ricatta proprio nessuno, solamente prende accordi con il produttore e spesso toglie tanti problemi ai produttori, non ultimo quello degli incassi. È un distributore ben organizzato permette una diffusione del vino che copre meglio il territori.
    Certo che poi gli accordi vanno rispettati altrimenti perchè si fanno?
    Un’altra cosa, voi partite da un punto di vista sbagliato: il vino è del produttore, ma una volta comprato dal distributore non è più suo, ma x l’appunto del distributore che quindi cerca di farne l’uso migliore possibile.

  128. La Terra Trema ha detto:

    Ciao Teo, si siamo consapevoli. In alcuni casi i vignaioli per svariati motivi ( dalla sopravvivenza, dalla fatica di gestire la commercializzazione, alla voglia di occupare nuove fette di mercato, all’ego un po’ spinto ecc.) sono parte del motore di questo sistema.
    Davide, sappiamo che le “nuove figure” di distributore spesso sono giovani (o meno giovani) appassionati che si inventano un lavoro con serietà all’interno di questa nuova fetta di mercato del vino . All’interno del capitalismo finanziario e digitale a cavallo della crisi economica. Fanno il loro lavoro. Offrono un servizio al produttore.
    Noi prima di entrare nella discussione sulla funzione del distributore e sulla figura sociale del distributore vogliamo sgomberare il campo da un problema, a nostro avviso, grosso: non ci sta bene, lo riteniamo un pericolo per la sopravvivenza delle piccole aziende stesse, della qualità dei vini, dei rapporti di produzione, delle relazioni di cooperazione e di tutto quello che spieghiamo nello scritto e di tutto quello che abbiamo cercato (e fatto ) in questi anni. Cose che sono il frutto di un decennio di discussioni fatte con i vignaioli stessi, Veronelli e gli amici e i compagni che lavorano con il nostro stesso spirito e attitudine. Il problema non è il distributore , ma l’ESCLUSIVA-IL MONOPOLIO. E’ allucinante che a milano ( o in altre città) un vignaiolo non puo’ più vendere DIRETTAMENTE il suo vino. Allucinante che il gestore di un’enoteca, di un ristorante, un normale avventore non possano comprare il vino a La Terra Trema, alla fiera “cippa lippa” o addirittura in cantina direttamente dal vignaiolo! Il sistema economico dominante non ci piace. Tu usi la parola sabotare (il sistema economico) che a noi piace. Ci piacerebbe sabotarlo, sappiamo che non è proprio semplice, almeno cerchiamo di rendere visibili le contraddizioni e i dispositivi mortiferi dei rapporti di produzione attuali .
    Fabio, chiaro che in ultima analisi la responsabilità è del produttore che accetta queste condizioni. Auguri, appunto, a chi accetta. Sono scelte. Noi sappiamo di vignaioli che distribuiscono in modo virtuoso , alcuni addirittura riescono a distribuire alcune migliaia di bottiglie direttamente, altri lo hanno come obbiettivo, altri sperimentano modalità di co-distribuzione e cmnq nn accettano le esclusive di nessuno.
    Wroom, certo. Gli accordi vanno rispettati. Noi diciamo che certi accordi non vanno proprio fatti e il vino a certe condizioni è meglio non venderlo.
    Apparentemente e sicuramente accettare queste condizioni paga. Paga nell’immediato (nel vero senso della parola!).
    A nostro avviso però riteniamo che se questa modalità distributiva, che contestiamo, si diffonderà produrrà una minor qualità dei vini e difficoltà per la sopravvivenza della scena dei vignaioli che abbiamo conosciuto, supportato e contribuito a far nascere e crescere.

  129. Antoine ha detto:

    Ciao
    grazie per il messaggio, butto li 2 o 3 riflessioni e “incazzature” che mi faccio da anni.
    E ovvio che tutta la catena del commercio ha le sue ragioni di essere, e tutti hanno il diritto di avere una retribuzione dignitosa.

    Fosse solo per il fatto che abbia lavorato per più di 30 anni da solo, è impossibile essere in vigna e cantina e ai mercati, anche se vari mercati sono simpatici ma se si vuole vivere con una famiglia qualcosa che esca dal lavoro i mercati di fine settimana sono impossibili, e dunque un agente, un distributore o simili diventano necessari.
    Detto questo ci sono vari però e perchè.

    Alla rinfusa
    – perchè un agente italiano prende dal 15 al 20% e un agente tedesco dal 4 al 7% ?
    – Perchè quando c’è un aumento dei costi di produzione e che c’è difficoltà di vendere l’unico che fa sconti è il produttore, sia l’agente che i vari rivenditori moltiplicanop il prezzo di vendita per una certa percentuale e il guadagno è sempre lo stesso! L’unico che è sottopressione per stare nel mercato è sempre il produttore, che deve ridurre i margini per mantenere lo stesso prezzo se i costi aumentano. Perchè non si diminuiscono la percentuale anche l’agente e/o il rivenditore?

    Cosi fosse si ricreerebbe una corretta interpretazione della catena di vendita, siamo nella stessa barca, con rispetto reciproco, e conspevolezza di partecipazione e fedeltà commerciale, e tutti con la necessità di vendere e incontrare il cliente finale.

    Sulle esclusive il problema esiste, perchè se ho un bravo agente che si da da fare su una certa zona, dare il vino in diretta sarebbe farli concorenza diretta. La realtà purtroppo è spesso diversa per noi piccoli, ed è che siamo una delle aziende di un portafoglio con logiche solo di mercato, e per noi queste logiche non sono nemeno quantitative, ma decorative. Per cuio è ovvio che nasce un problema quando trovi da te un cliente, un ristoratore…

    La miglior esclusiva è quella spiegatami da un importatore inglese, finchè siamo tutti e due contenti uno della qualità del prodotto l’altro del quantitativo venduto, non c’è n’è bisogno se nasce l’esigenza significa che uno dei due no è soddisfatto. Con questa idea ben chiara in testa secondo si può affrontare il problema che è sempre un rapporto tra le necessità del produttore e il rapporto costruito con il venditore e/o l’agente.

    Tanti saluti
    Antoine (Casina di Cornia, Castellina in Chianti)

  130. Il Cerchio ha detto:

    Cari ragazzi de La Terra Trema,
    sono tra quelli che non hanno distributori, che fanno tutto direttamente e personalmente, quindi concordo pienamente che prima di tutto il vino che faccio insieme a mio figlio è nostro e solo nostro.
    Vorrei però sottolineare l’aspetto speculare del problema. Più di una volta, facendo i miei giri “promozionali”, in cui presento me stessa, la mia azienda, e porto sempre un assaggio dei miei vini in omaggio, mi sono sentita rispondere da ristoratori, gestori di wine-bar, enotecari, che “mi spiace, ma io ho un distributore che mi porta diversi vini insieme, non posso mettermi a comprare direttamente”, o addirittura che il distributore di turno “ha l’esclusiva dei vini bio in città”. Per quieto vivere non faccio nomi…soprattutto del “distributore esclusivo”!!
    Ecco, forse si dovrebbe fare un’azione di “educazione” anche per chi i nostri vini li rivende e li mesce.
    Distribuzione libera e autogestita, ora e sempre!
    Ciao a tutti e grazie della sempre viva presenza e partecipazione.
    Corinna ( Il cerchio, Capalbio, GR)

  131. Corrado Dottori ha detto:

    Esattamente dieci anni fa il progetto Critical Wine è stato fatto morire – inutile nascondersi dietro altre cazzate – per il NON aver voluto affrontare in modo frontale e definitivo il nodo della costruzione di una filiera distributiva (alternativa? autogestita? critica? non mi interessa il nome ma ci siamo capiti).
    Ho sempre pensato che fosse un errore imperdonabile e credo che ormai ci sia ben poco da rimediare, visto che quello spazio è stato occupato da altri che in modo legittimo fanno un mestiere che deve essere remunerato esattamente quanto il nostro di agricoltori.
    Concordo sul rischio di andare verso posizioni monopolistiche e/o di finire a usare metodi da GDO. Ma sta al produttore gestire con intelligenza certe dinamiche. Pensare che sia possibile vendere anche solo 10.000 bottiglie fra fiere e mercatini o circoli arci è impensabile e – credo – neanche troppo giusto. E c’è chi ne deve vendere 100.000 o 200.000… Soprattutto quando la vendita diretta al ristoratore o all’enotecario o anche al circoletto presuppone di NON essere pagati o essere pagati a 120 giorni mentre il “cattivo” distributore paga invece con regolarità e assumendosi tutti i rischi sia di liquidità che di magazzino…
    Non so, comincio a pensare che noi tutti si debba evitare di restare aggrappati ad immaginari che dieci anni fa avevano un senso ben evidente ma rischiano oggi di impantanarci in derive ideologiche (alla prezzo sorgente, per intenderci). Il ragionamento critico sulla distribuzione va benissimo ma sempre tenendo conto che una bottiglia di vino non è un ceppo di insalata, che l’agricoltura contadina non è tutta uguale e che il piccolo distributore locale (spesso come è stato qui ricordato di giovani appassionati che si stanno inventando letteralmente un nuovo mestiere) non è per forza eataly o esselunga.
    Sul discorso “esclusiva” poi ci sarebbe da parlare a lungo. Posto che il vino venduto in fiera dovrebbe essere escluso da qualunque accordo – se partecipi a una qualunque fiera sennò che ci vai a fare ad una fiera del vino? – (lo stesso per la vendita in cantina), per esperienza vissuta vi dico che molto spesso chi chiede un invio di vino direttamente saltando il distributore è perché ci vuole inculare, detto proprio serenamente e con linguaggio da Oxford. Me ne sono capitate di tutti i colori dai difensori della filiera corta e del rapporto diretto e del bla bla bla. Cazzo a me va bene tutto – e lo sapete – ma mai uno straccio di autocritica nei nostri circuiti “critici”, eh?!
    Insomma, stavolta sono d’accordo solo a metà…. ma apprezzo la parafrasi del titolo :-)

  132. La Terra Trema ha detto:

    Caro Corrado,
    noi invece a sto giro non siamo d’accordo con più della metà di quello che scrivi.
    Non è vero che critical wine è stato fatto morire per il NON aver voluto affrontare in modo frontale e definitivo il nodo della costruzione di una filiera distributiva.
    La storia è un po’ più complessa e in parte ben raccontata qua http://www.laterratrema.org/2014/10/fare-a-pezzi-un-discorso-di-simonetta-lorigliola-un-invito-a-scrivere-nel-decennale-dalla-morte-di-gino-veronelli/
    Se proprio dobbiamo dirla tutta crtical wine dopo che è morta è risorta in decine di pratiche, storie e immaginari differenti tra loro e da critical wine stessa
    Storie e pratiche che hanno contribuito a valorizzare decine e decine di vignaioli, a cambiare in modo forte il mondo del vino e dell’agricoltura.
    Comunque non è importante sapere come e perchè è morta critical wine. Ci interessa aprire una discussione su altro.
    Non è vero che la filiera distributiva è stata occupata solo da queste nuove (e vecchie) figure di distributori. Esiste e è nato anche dell’altro e per quanto ci riguarda è molto più interessante dei giovani appassionati che fanno il loro mestiere che deve essere giustamente remunerato. Sappiamo bene che queste “nuove” figure di distributori non sono come l’esselunga o eataly, ma alcuni dei dispositivi che producono sono identici alla GDO.
    Sono anche tante e diversificate le esperienze (individuali e collettive) che sperimentano e consolidano modi distributivi diretti e di co-produzione. Esperienze che lavorano in modo diverso dai distributori locali che detengono l’esclusiva nei propri territori.
    Noi non abbiamo detto che tutti i vignaioli debbano vendere tutte le bottiglie tra fiere, mercatini e spazi sociali. Abbiamo detto che è auspicabile che la fetta di vendita diretta sia sempre maggiore e che è fondamentale sviluppare e supportare una distribuzione dei prodotti della terra e del cibo diffusa e autogestita.
    Pensiamo sia un lavoro immane vendere direttamente migliaia di bottiglie. Pero’ non è vero che come dici tu sia impossibile. Qualcuno lo fa!
    Non abbiamo detto che non debbano esistere i distributori. Abbiamo detto che NON CONDIVIDIAMO L’IDEA DEL MONOPOLIO DEL DISTRIBUTORE.
    ll problema non è il distributore , ma l’ESCLUSIVA-IL MONOPOLIO. E’ allucinante che a milano ( o in altre città) un vignaiolo non puo’ più vendere DIRETTAMENTE il suo vino. Allucinante che il gestore di un’enoteca, di un ristorante, un normale avventore non possano comprare il vino a La Terra Trema, alla fiera “cippa lippa” o addirittura in cantina direttamente dal vignaiolo!!
    Abbiamo posto questo problema che rischia di diventare un problema enorme se si diffonde come pratica.
    Noi non siamo mai rimasti aggrappati ad immaginari di dieci anni fa . Anzi- e lo sai – ne abbiamo creati di nuovi e ci sforziamo di costruirne sempre di nuovi senza rimanere fermi.
    Partendo proprio dalla messa in discussione di noi stessi e dei nostri circuiti critici, dei nostri spazi, delle nostre pratiche e dei nostri modelli organizzativi ( su questo lo sai e se chiedi in giro alla compagneria siamo famosi per essere quelli che mettono in discussione “la famiglia” senza remore)
    Infine, sarebbe interessante che ci raccontassi bene la storia della tua esperienza “che molto spesso chi chiede un invio di vino direttamente saltando il distributore è perché ci vuole inculare” .
    Noi conosciamo molte persone, enoteche e spazi che acquistano direttamente vino dai vignaioli non inculando nessuno, anzi questi di solito pagano in anticipo, prima della consegna.

    speriamo che questo dibattito porti maggiore conoscenza dell’aspetto distributivo, a nuovi immaginari e che dia forza a modelli distributivi nuovi e che metta in discussione fortemente la pratica del monopolio distributivo

    alla prossima

  133. Alberto Forni ha detto:

    Agricoltore in oltrepò pavese, verrò a cercare semi forti che mi aiutino a fare resistenza.
    Ci vediamo il 21

    Alberto

  134. Corrado Dottori ha detto:

    Se vi ho scritto è perché vi voglio bene.
    Il disaccordo è ciò che ci rende vivi. E se c’è dialettica vuol dire che ci stiamo parlando.
    Quel passaggio di Critical Wine non fu un passaggio indolore e chi stava alla riunione del 2005 alla Lodola lo sa bene al di là di tutto ciò che è venuto dopo. E il nodo della distribuzione/filiera fu cruciale.
    Dopodiché, figurasi se non sono d’accordo che la vendita diretta debba essere sempre maggiore e che i monopoli sono da abbattere. Mi pare di ricordare di aver scritto con Marco Arturi e condiviso con voi questa roba qua: http://www.laterratrema.org/2010/12/perche-ci-girano-i-cosiddetti/ che già diceva molto di ciò che andava e va succedendo.
    Ma il punto è che stavolta – secondo me – sbagliate obiettivo e siccome non sono ipocrita mi andava di dirvelo.
    La distribuzione è uno dei grandi problemi dell’economia di oggi (quante volte ne abbiamo parlato?)… Vale per il cibo come per la musica come per il cinema o i libri. Su questo siamo d’accordo. Ma non è abbattendo l’intermediazione in sé che si risolve il problema, casomai creando le condizioni perché la distribuzione abbia caratteri di un certo tipo.
    La sacrosanta idea di accorciamento della filiera deve fare i conti anche con le specificità dei diversi prodotti, dei diversi costi industriali, delle diverse strutture produttive. Vedere vino non è e non sarà mai come vendere il fresco, ad esempio. Un azienda vinicola, per quanto piccola, ha nella logistica e nel magazzino grosse criticità. Io comincerò a ottobre 2015 a vendere un vino vendemmiato nel 2013 e i cui costi ho iniziato a sostenere a ottobre 2012.
    Voi queste cose le sapete perché ormai siete “del mestiere”.
    E allora non potete non osservare che figure intermedie “commerciali” servono, specie se sono molte e in concorrenza fra loro (esattamente quel che sta succedendo) cioé NON in posizione dominante e monopolistica.
    Quindici anni fa, quando ho iniziato, giravo a vendere vino ed ero solo soletto contro gli agenti delle super-aziende e prendevo mazzate. Oggi sul mercato si danno e si prendono ma non siamo più soli. Una certa distribuzione del “vino naturale” è nostra alleata non è nostra nemica. A volte dietro ciò che chiamate “monopolio” si celano semplicemente relazioni umane, gente che ti ha dato fiducia quando non eri nessuno, gente che ha creduto in te quando altri dicevano che era impossibile, gente che ha investito nel naturale quando altri lo schifavano non oggi che va di moda, magari – a volte – pure compagni di strada e di lotte.
    Dite bene, non è impossibile vendere tutto direttamente: il problema è se uno deve fare il vignaiolo o il venditore. Io voglio stare in campagna e non girare come una trottola tutti i giorni a vendere il MIO vino perché il vino deve essere solo MIO e di nessun altro.
    Il mio vino racconta una storia che deve essere di tutti.
    Certo, bisogna fare attenzione e certo alcune logiche sono problematiche. Lo sappiamo talmente bene che una delle battute fatte con Nino Barraco e Francesco de Franco quest’anno a LTT è stata proprio quella di metter su una nostra distribuzione autogestita! Per dirvi quanto non smettiamo di sognare e di essere utopistici… Ma un conto è sognare un conto è la quotidianità di aziende che hanno fatto anche investimenti importanti, non per “sabotare il sistema” ma molto più umilmente per provare a cambiarlo.
    Con l’affetto di sempre.
    Corrado

    PS Mi chiedete di raccontare alcune storie, ma non è che sian così interessanti: la più bella di tutte è di un compagno che dai su insomma fammi comprare il vino direttamente che noi facciamo cultura e relazioni sociali e dai fra compagni siamo contro le logiche distributive e dopo che gli ho mandato il vino in pratica non faceva altro che re-distibuire a sua volta il vino a destra e a manca, ovviamente a prezzo inferiore, essendo un circolo arci o qualcosa del genere. Ma non volevo e non voglio fare polemica su questo. Voi avete le vostre storie e ognuno di noi ha le nostre, stanno sullo stesso livello, quello che mi dà fastidio è la tendenza sempre più evidente a dividere il mondo in “puri” ed “impuri”. Sapete quello che penso e voglio avere libertà di criticare anche voi, no?

  135. Antoine ha detto:

    Non riesco ad avere un idea chiara su quali sono i problemi attorno ai quali non siete d’accordo, Corrado Dottori e la Terra Trema, diciamo che ho l’impressione che sono molto teorici. Il commercio i scambi sono sempre esistiti e nascono da se certi meccanismi, è ovvio che il produttore può fare delle scelte in funzione sia delle sue necessità sia delle sue voglie di sostenere o perseguire un tipo di rapporto o un altro con il consumatore.
    Ma ho come l’impressione che non si dà abbastanza importanza a quello che succede già ora nella realtà, del rapporto produttore consumatorie finale, parlo degli esempi che conosco. GAS, ci sono GAS e GAS ma è importante smontare e cercare le pulci? Pesno di no! Sono comunque sempre nati da una riflessione di qualcuno e il produttore ci si avvicina con i prezzi che ritiene giusti,ovviamente in rapporto al mercato che potrebbe avere nella stessa area, ci sono i negozi della “spesa in campagna” ( https://www.facebook.com/pages/Bottega-spesa-in-campagna-siena/367006010100328 ) nei quali il produttore vende direttamente al consumatore ad un prezzo che DECIDE il produttore sapendo che deve lasciare una percentuale per pagare chi nella bottega lavora, che è in percentuale un suo/una sua dipendente.
    Insomma si stanno muovendo le cose nel mondo reale, in funzione non solo della voglia dei produttori di ottenere un prezzo più giusto, ma alla fine anche e sopratutto grazie ai consumatori, interessati ad un rapporto qualitativo con i produttori, che premiano questi spazi.
    Pensare di inventare meccanismi commerciali “nuovi” che si applichino ai vini XXXX su larga scala, mi sembra un utopia attraverso la quale creare percorsi di fregature future dei consumatori ancora più grande di quelle del mercato “normale”, a meno che si metaà in piedi un sistema di CONTROLLO un altro ancora. Se si parla di perseguire un mercato molto di nicchia tra amici settari, tutto può anche funzionare per un po di tempo, ma se vogliamo far vivere delle famiglie in agricoltura sarà necessario di uscire dalle nicchie, anche perche il vino si conserva, ma come alimento ha i suoi limiti per l’autarchia..!! ;-)

  136. La Terra Trema ha detto:

    Cari Antoine, Corrado e tutt*,

    con quanto scritto non vogliamo affrontare il discorso della distribuzione e dei meccanismi commerciali nella loro complessità e interezza (anche se sembra interessante e utile farlo)
    L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: prima di entrare nella discussione sulla funzione del distributore, sulla figura sociale del distributore e sulle filiere distributive “nuove” vogliamo sgomberare il campo da un problema, a nostro avviso, grosso
    NON CONDIVIDIAMO L’IDEA DEL MONOPOLIO e dell’ESCLUSIVA DEL DISTRIBUTORE. Queste pratiche non ci stanno bene, le riteniamo un pericolo per la sopravvivenza delle piccole aziende stesse, della qualità dei vini, dei rapporti di produzione, delle relazioni di cooperazione e di tutto quello che abbiamo cercato di fare (e fatto ) in questi anni.
    Non abbiamo detto che non debbano esistere i distributori. ll problema non è il distributore , ma l’ESCLUSIVA-IL MONOPOLIO del distributore. E’ allucinante che a Milano ( o in altre città) un vignaiolo non puo’ più vendere DIRETTAMENTE il suo vino.
    Corrado e tutt*, vi sembra ok che una signora o un ragazzo che vengono a La Terra Trema e vogliono comprare una bottiglia di vino vostro gli si dica di chiamare il distributore o di andare all’enoteca xy?
    Corrado e tutt* , vi sembra ok che se il centro sociale x, l’enoteca y e il ristorante z vengono a La Terra Trema e dopo aver conosciuto il vignaiolo e assaggiato il vino se vogliono acquistare gli si dice di chiamare il distributore?
    Vi sembra tutto ok se si fanno fiere dove i vignaioli sono presenti, ma a vendere il vino sono i distributori con lo stand a 10 metri? I vignaioli cosa sono lì a fare!?! Folklore!?! La promozione al distributore!?!
    Di questo vogliamo parlare. Questo vogliamo capire. Perchè alcuni vignaioli sottoscrivono questi accordi? Perchè accettano queste condizioni?
    Tutto il resto, come già detto, è interessante e necessario affrontarlo, ma prima vogliamo affrontare questa questione dell’esclusiva e del monopolio imposto e /o accettato.
    Affrontare e superare questo che per noi (e non solo) è un problema grosso non è utopia, sogno e sabotare il sistema, ma è una questione basica per sviluppare cultura, immaginari e progettualità con esperienze coma La Terra Trema
    Diversamente a nostro avviso se questo dispositivo distributivo prenderà piede torneremo indietro di 10 anni e molti piccoli vignaioli autentici passeranno dall’illusione del successo al rischio di non farcela più.

    A presto e buon lavoro a tutt*

  137. Antoine ha detto:

    Ho capito, il problema però è tutto del produttore, che deve (SE PUO poi ci ritorno) avere un rapporto con il ditributore che li permetta di fare capire che è a vantaggio di tutti anche del distributore avere delle vendite che fanno conoscere il vino.
    Ho un esempio personale su New York, mi sono ritrovato con due dsitributori li, impossibile far capire ad uno che non era contrario a che ce ne fosse un altro, ma voleva un altra etichetta che invece se girava di più la stessa etichetta era un vantaggio per tutti, il vino avrebbe avuto più visibilità etc etc… impossibile dopo 2 anni ho dovuto sceglierne uno…

    Cosa voglio dire è che non credo ci sia “una legge alternativa” che permetta in modo intelligente far diventare la gente intelligente!
    Se il tuo didtributore di Milano ti vieta di vendere il tuo vino ad una fiera come la Terra Trema o altre manifestazioni, è uno stronzo, ma mettere in croce il produttore che lo subisce necessità un po di ricerca, perchè magari non può rischiare di perdere quel distributore, perchè rischia di mettere la sopravivenza dell’azienda in difficoltà.
    La domanda diventa allora perchè partecipa a quelle manifestazioni?
    Temo che di andare a grattare in questi casi qua ci si trovi davanti a risposte strane. Scusate se infilo io il primo chiodo nella croce….

  138. teo ha detto:

    che bello, finalmente si parla (si scrive) e si sentono posizioni contrastanti rispetto ad un tema che ritengo fondamentale (ed evidentemente non solo io).
    Sul discorso del fallimento di CW son daccordo con Corrado, CW è imploso nel momento in cui è stata rifiutata l’idea di implementare una distribuzione su terrotorio nazionale con marchio registrato (CW appunto) gestita da “compagni” o strutture vicino al “movimento”. sarebbe stata una situazione rivoluzionaria che avrebbe permesso di approfondire in termini a-ideologici il tema del prezzo sorgente, ma soprattutto delle DE-CO. cmq il passato è passato e beviamoci sopra sennò non la finiamo +.
    penso che abbiate chiarito la vostra posizione nel momento in cui sostenete “NON CONDIVIDIAMO L’IDEA DEL MONOPOLIO e dell’ESCLUSIVA DEL DISTRIBUTORE” ed è giusto che sia così.
    io, lo sapete ho una microscopica distribuzione a Bologna e organizzo annualmente una fiera che cerca di tener fede alla strada tracciata da CW , ma che allo stesso tempo è anche vetrina per la distribuzione di cui mi occupo.. non mi sogno nemmeno lontanamente di impedire alle aziende di vendere ai privati… anzi, a GN nel prezzo di ingresso è compreso un buono di 5 euro per l’acquisto di una bottiglia da qualsiasi produttore, da parte di qualsiasi visitatore……. 5 euro che poi vengono restituite, moltiplicate per i buoni raccolti, ai produttori prima della fine della fiera stessa.
    Ma , se tu produttore che sei da me distribuito a Bologna approfitti del fatto si essere in città per prendere contatti con un ristorante, un circolo, un enoteca per rifornirlo alle mie spalle mi incazzo e molto.
    per due motivi:
    UNO, evidentemente laddove io impronto il mio rapporto con te produttore sulla fiducia e sulla condivisone di alcuni principi etici (eretici nel mio caso), rifiutando a priori qualsiasi contratto di esclusiva – perchè comunque comprendo che vi possano essere relazioni nate prima che la mia attività nascesse – tu fai buon viso a cattivo gioco agganciando nuovi clienti senza comunicarmelo…. dichiari di essere daccordo con i principi di una distribuzione alternativa, di supportare le piccole economie, ma fondamentalmente sei interessato esclusivamente alla tua di economia… e ciò diventa tanto più evidente quando all’inizio dell’anno solare (gennaio per intenderci) mi contatti, una volta che ti sei fatto i conti di magazzino di cosa ti è rimasto nel periodo post-natalizio per vendermi le rimanenze, dichiarandoti scontento delle poche quantita che ti vendo etc etc….
    Attenzione non si muovono così solo i responsabili marketing delle grandi aziende, ma anche i più insospettabili dei “compagni”
    DUE, dal momento in cui solo in base al tuo (di produttore) entusiasmo e alla tua sensibilità hai deciso di aderire ed affiancarti ad una esperienza che propone il tuo vino insieme a quello di altre aziende hai una responsabilità, e ce l’hai anche rispetto alle altre aziende. Perchè un progetto di distribuzione che nasce e si sviluppa da basi “politiche” non tende a vendere la singola bottiglia, il singolo prodotto, seppur moltiplicato per 10/100/1000 ma tende a vendere l’idea stessa, tende a vendere la suggestione che è possibile per chiunque emanciparsi dalle logiche di monopolio… produttori, operatori di filiera, rivenditori finali (enoteche, bar, ristoranti). Tu azienda chiaramente sei libera di vendere bypassando il tuo distributore “eretico”, fottendotene di accordi presi e anche di amicizie instaurate, ma vendendo in questa maniera tu la metti in culo anche alle altre aziende che hanno aderito al tuo stesso progetto di distribuzione…… perchè se l’azienda X è sulla cresta dell’onda e tutti ne desiderano i prodotti, non sarebbe male se avesse senso di responsabilità nel capire che tramite il distributore Z, che propone un catalogo diversificato ma coerente, può aiutare anche l’azienda Y, che probabilmente è all’inizio, o ha un prodotto più difficile, o semplicemente proviene da un territorio meno A’ La Page per i bevitori fighetti.
    Il distributore, o almeno GN (che sta per Gusto Nudo), ,ma son sicuro tanti altri, non intendono vendere un milione di bottiglie di un unica etichetta, ma piuttosto tante bottiglie di tante aziende in cui credono…… e credetemi, il più delle volte, nell’atto di vendere, di ricercare clienti: il prodotto, l’etichetta recensita sulle guide non c’entrano un cazzo, ma c’entra la persona/produttore, il suo lavoro, il suo amore per la terra………….
    Per questo se tu azienda mi bypassi, la metti in culo a me, ma la metti in culo pure al tuo vicino di banco in fiera.

    Ci voleva, comunque, ci volevate voi folletti come al solito qualche passo davanti a tutti gli altri per liberare questo spazio di discussione su questo tema…. non condivido fino in fondo la vostra posizione che ritengo un pò ideologica, ma vi ringrazio immensamente per aver introdotto e innaffiato il tema del dibattito.
    vi abbraccio….. teo

  139. Antoine ha detto:

    Condivido al 100% quello che dici Teo, e mi fa piacere che venga fuori, che non è tanto il sistema commerciale che va cambiato ( ci sarebbero poche speranze) ma va rivalutato scelto, reso trasparente il rapporto tra le persone, il rispetto del lavoro degli altri “partner” della catena di vendita, con apertura e buon-senso.
    Sarebbe bello avere una rete di vendita alternativa, nell’ideale, io temo fortemente che una tale rete reggi solo il tempo che funzionicchia, e che il giorno che funziona davvero diventi una qualsiasi rete di distribuzione con le logiche del mercato peggiorate dagli interessi di persone diventate influenti dentro la rete commerciale.

  140. La Terra Trema ha detto:

    Bene, molto bene
    speriamo che la discussione continui portando magari anche a dei cambiamenti, a delle nuove sperimentazioni e forza maggiore alle esperienze di cooperazione che già esistono.
    Sicuramente con quanto scritto qua, con le telefonate e le chiacchierate sul tema un bel passo in avanti l’abbiamo fatto. Sicuramente noi abbiamo ancora più chiara la situazione . Ringraziamo chi ha raccontato, chi si è espresso mettendo a fuoco meglio la questione e dandoci nuovi spunti.
    Per noi rimane fondamentale superare l’esclusiva dei distributori nei territori. Rimane fondamentale per noi superare il ricatto imposto e /o accettato. E’ chiaro che il ricatto sparisce nel momento in cui il ricattato lo fa proprio: firma una carta, sottoscrive un accordo.
    Per noi è fondamentale che a delle fiere/feste agricole come “La Terra Trema” il vignaiolo possa e debba poter vendere direttamente il proprio vino a chiunque arrivi. E con chiunque arrivi possa sviluppare progettualità commerciali, cooperative, sociali, amicali ecc. La Terra Trema nasce e continuerà ad esistere per i vignaioli e per tutte le persone che decideranno di attraversare il Leoncavallo in quei giorni, compresi i distributori ( che in questi anni hanno conosciuto durante la TT molti vignaioli con cui poi hanno collaborato). Non possiamo condividere però che si utilizzi questi momenti per promuovere i distributori, per far diventare centrale e prioritario il distributore. Non possiamo condividere, ci piange il cuore, vedere i vignaioli che non possono vendere direttamente il proprio vino (neanche una bottiglia!). Così facendo già alcuni vini di vignaioli per noi (e per moltissime persone) sono diventati inaccessibili (economicamente e socialmente). L’abbiamo detto e non ci stancheremo di ri-dirlo: così facendo la cultura, gli immaginari e le pratiche costruite in questi anni si dissolvono, la qualità dei vini peggiorerà, l’accessibilità di alcuni vini sarà ( è già) limitata solo ad alcune fasce sociali e molti piccoli vignaioli autentici passeranno dall’illusione del successo al rischio di non farcela più.
    Continuiamo a ragionarci !
    Con molti di voi ci si vedrà al Forte questo fine settimana. Con altri ci si incontrerà in campagna e in cantina. Ci farebbe piacere incontrare qualcuno di voi anche a SEMI DI RESISTENZA il 21 e 22 marzo-un’iniziativa a cui teniamo molto-sull’home page del sito trovate il programma,le adesioni ecc.
    a presto e buon lavoro

  141. francesco ha detto:

    Dobbiamo farlo in tutta ITALIA…bella iniziativa…!!! <3

  142. Abramo Pirola ha detto:

    questo è l’unico evento collaterale all’expo a cui partecipo, perche voglio nutrire il pianeta e non la ‘ndrangheta! oltre alle marmellate e i succhi porterò anche i fagioli neri messicani ambientati da trent’anni a 850 m. s.l.m., i fagioli di Badalucco, (che a Badalucco pensano che siano estinti) e un po di rizzomi di consolida maggiore, la pianta concime.

  143. Daniele Marziali ha detto:

    io so solo che arrivo adesso… e da quanto tengo la posizione, tutte le vostre righe di tutti, mi danno una speranza atomica ancora per tenere duro!! per me e per i miei figli… vaccaboiaporca di un mercato che mi basterebbe semplicemente quello che riesco a fare e invece mi devo fare un culo della madonna e domani mattina potrei essere ugualmente spazzato via!! e io pretendo di rimanere senza distributori perchè… dietro alle mie poesie da mordere ci voglio essere solo io! e voi… ;) anche se il mio è un altro discorso ancora e non è un discorso paragonabile ai cari amici vignaioli… so solo che quando arriva quel meraviglioso fine novembre, mi si ingrossa il cuore e mi dico da solo che… vaccaboia anche per quest’anno ce l’ho fatta!! un abbraccio grosso a tutti… Folletti ed Eretici!! ;)

  144. Pierluigi ha detto:

    Articolo troppo vago per avere un senso… sono d’accordo di combattere il sistema e di resistere ad un sistema che è deleterio per l’ambiente, per la cultura, per l’identità e per l’uomo ma ciò che ci manca è proprio operare tutti con BUON SENSO non esiste giusto o sbagliato apriori, bisogna sempre valutare la situazione specifica e approfondirla per comprendere il perchè e con chi ha fatto certe scelte… Non capisco il senso di un no a prescindere nei confronti di distributori (io legalmente lo sono ma non certo come avete dipinto il distributore), ricordiamoci che è il Produttore che concede l’esclusiva e non lo fa sotto tortura, inoltre queste cose succedono quando i numeri sono più grossi e dove probabilmente le scelte di entrambi (produttore e distributore) sono già orientate all’interesse del dio denaro e non sul vino o sulla cultura (anche se ha volte non se accorgono).
    Se uno di Milano chiama un produttore siciliano e questo ha un accordo con un distributore di Milano, il produttore dovrebbe semplicemente dire al cliente che è felice della sua telefonata e che sarebbe immensamente felice anche di una sua visita, se impossibilitato per troppa lontananza può contattare “Michele” nostro carissimo amico che ci aiuta ha comunicare il nostro vino a Milano offrendo un servizio migliore di quello che potremmo dare noi al telefono… non ci vedo nulla di male… in certi casi e in certe modalità.

  145. Corinna Vicenzi ha detto:

    Che dire? un po’ di rabbia e tanta tristezza! Non lasciamoci ancora una volta rubare i nostri sogni, RESISTIAMO!!!
    Un grande abbraccio a tutti
    Corinna

  146. Valeria Molone ha detto:

    Ciao, sono molto contena di leggere quanto avete scritto, perchè sono fra coloro che vi segnalarono qualche incongruenza circa l’atteggiamento monopolista di alcuni distributori milanesi.
    Capisco che non è sempre facile, e spero, quest’anno, di non trovarne traccia.
    Ci vorrebbe un bel dibattito aperto e franco!
    Valeria

  147. Papale Andrea ha detto:

    Non vedo l’ora di tornarci, per l’ennesima volta!

  148. Wladimir ha detto:

    Ci sono ancora ppsti x la cena?
    Grazie

  149. Salvatore Santillo ha detto:

    Ho avuto modo di degustare il vostro Barolo nel 2014, buonissimo; ora, di leggere questa meravigliosa storia e la prossima Arborina sara’ ancora piu’ Buona.

  150. Salvatore Santillo ha detto:

    Quest’anno ho degustato soltanto vini Piemontesi e senza alcuna piaggeria ero sicuro della meritata Roncola, complimenti.

  151. Armando Bonacina ha detto:

    Armando Bonacina
    Salve sono un appasionato orticolo mi hanno consigliato di rivolgermi a voi per avere dei semi per la pianta di goji ed avere anche dei saggi consigli, vi ringrazio anticipatamente per l’aiuto che ricevero’:

    Lecco 01 /04/2016

  152. Armando ha detto:

    Ma per sapere chi saranno i produttori presenti?

  153. Laura ha detto:

    Ci siamo conosciuti al Leo ,il primo anno che Giuseppe partecipo’ da allora sempre e solo le sue arance e ora anche l’olio

  154. Gaspare D'Angelo ha detto:

    Sempre mangiato arance di Ribera Abito a Bergamo da 30 anni ma sono di Cianciana. Buon tutto

  155. Bellissima l’immagine della locandina. A presto dunque!

  156. mimmo ha detto:

    Cosa ne pensate di quei vignaioli che hanno partecipato ad un evento da Eataly a Roma, chiamata il Vivaio, come i calabresi Arcuri e ‘A Vita? E’ compatibile Eataly e la Terra Trema?
    Grazie

  157. mimmo ha detto:

    Come potete vedere c’è anche Tenuta Patruno Perniola (Puglia) e Vigneti Vallorani (Marche):
    Eataly presenta il Wine Festival dedicato ai giovani talenti del mondo del vino. In un mercato come quello italiano del vino, in cui la produzione è vastissima e i grandi nomi la fanno da padrone, Eataly è orgogliosa di presentare i piccoli produttori per far conoscere l’alta qualità che li contraddistingue.

    Il progetto vuole dare voce in particolare ai produttori di vino giovani, piccoli e naturalmente bravi: giovani perchè sono da pochi anni nel mondo del vino, piccoli perchè producono un numero ristretto di bottiglie e bravi perchè a parlare è l’eccellenza dei loro prodotti. Il futuro del vino italiano è in buone mani!

    I PRODUTTORI
    La Puglia
    Tenuta Patruno Perniola
    Bonsegna
    Romaldo Greco
    Pietraventosa
    Cantine Imperatore
    Francesco Marra
    Cantine Losito

    Calabria
    A’vita
    Sergio Arcuri

    Campania
    Cantine dell’Angelo
    Cantine del Barone
    Cantina del Cancelliere
    Luigi Tecce
    Monte Di Grazia
    Bajola (Ischia)

    Sicilia
    Francesco Guccione
    Animacorale
    Crasà

    Toscana
    Calafata
    Buondonno
    Il Colombaio di Santa Chiara
    Macchion dei Lupi
    Ottomani
    Le Capanne di Gabriele Mazzeschi
    Podere Concori
    Podere Alberese
    Società Agricola Sequerciani
    Azienda Agricola Celestina Fe’

    Lazio
    Cantina Ribelà
    Damiano Ciolli

    Piemonte
    Roccalini
    Contrada di Sorano
    Garbarino
    Ressia
    Principiano
    Crealto
    Cantina del Signore

    Liguria
    Possa
    La Felce

    Emilia Romagna
    Croci
    Vigneto San Vito
    Podere Saliceto

    Marche
    La Staffa
    Vigneti Vallorani

    Abruzzo
    Agricola Rabasco

    Lombardia
    Biondelli
    Arcari e Danesi
    Sullali
    Solouva
    Andrea Arici
    Camossi
    Citari
    Azienda Agricola Calvi
    Calatroni
    Dei Giop

    Valle D’Aosta
    Ermes Pavese
    Cave Mont Blanc De Morgex et La Salle

    Alto Adige
    Bellutti
    Azienda Agricola Martin Gojer-Pranzegg

    Trentino
    Filanda dei Boron
    Cobelli

    Veneto
    Massimago
    Antolini Vini
    Vini Pagani
    Vignale di Cecilia
    Quota 101
    La Biancara
    Casa Belfi

    Francia
    Domaine Ostertang
    Jean Bernard Larrieu Lapeyre
    Chand

  158. Beppe ha detto:

    Grande denni

  159. Giovanni ha detto:

    La TerraTrema, un ottima occasione per assaggiare nuovi prodotti ma soprattutto per parlare con i produttori.

  160. Leone ha detto:

    Ci sono appena stato anche io!
    Sia a Vino Underground sia a visitare vignaioli nel Khakheti.

    Ma ci saranno vignaioli Georgiani quest’anno a La terra Trema?

    • zzz ha detto:

      Purtroppo no, ma ci stiamo lavorando…
      anche se magari finiremo col portare La Terra Trema in Georgia! ;)

  161. Francesco F. ha detto:

    Grandi, io vi sostegno bevendo e godendo del vostro Olio

  162. Veebeecouture ha detto:

    Si chiama mercato dell”Economia Solidale trentina perché in Trentino esiste la prima legge provinciale che la valorizza, è la 13/2010..circa 100 aziende iscritte, in 13 settori come agricoltura biologica, mobilità sostenibile, software libero, riuso e riciclo di beni e materiali.. non sono solo contadini (che a prescindere sono i migliori custodi del territorio come dice Micheletti), sono le eccellenze dei contadini trentini in ecocompatibilità aziendale, buona occupazione, trasparenza ed equità e solidarietà! ?

  163. Marianna Melis ha detto:

    Salve,
    Vorrei sapere se le date per la prossima edizione Della fiera sono già fissate,
    Grazie
    Marianna

  164. fabrizio tripoti ha detto:

    In questi versi letti da me frettolosamente c’è il Celli di ieri fusagglutinato con un Celli che purtroppo non conosco dell’oggi e un Celli del domani sicuramente sempre grande e passionale poeta.

  165. Cristina Cometti ha detto:

    Care e cari materia fecciosa insolvibile, racaille, mia stirpe

    vi scrive una nonna sobilla che si è occupata di cibo sanamente e militantemente, dalla contro-informazione alimentare degli anni ’80 alla terapia medica basata sull’alimentazione, lungo 35 anni di vita, finchè, disgustata, stremata, arrabbiata,violentata nei neuroni da un’ondata sempre più massiccia di pubblicità truffaldine, di famiglie felici con il carrello della spesa più velenosa, di dietologi-nutrizionisti-alimentaristi-specialisti di ogni tipo, di business che più squalo (e squallido) non si può, ho gettato la spugna. Non ne ho potuto più. Non mi sono più occupata di alimentazione. E ora, leggendo il brillante testo -splendida la metafora botanica-, respiro finalmente di nuovo: accidenti, c’è la marmaglia giovane, c’è nuova materia fecciosa! C’è ancora speranza! Si va avanti. Bravissime/i di Terra Trema !!! Vi mando tutto il mio incoraggiamento, il mio ringraziamento, la mia stima.

  166. Teodoro Margarita ha detto:

    Si. Come la cuscuta, tutte le piante assolvono una loro funzione. Quel ficus e la cuscuta, hanno la macabra, uccidere, purtroppo, è negli, a noi ignoti, ancorchè dolorosi, necessari piani di madre natura. Il fico strangola. La cuscuta soffoca e dissecca. Se ne hai una infestazione nell’orto, sei fottuto. Non ti cresce più niente. Devi provvedere a sterilizzare i semi di cuscuta. Così facendo uccidi la meravigliosa diversità delle infinite altre, vitali, piante. Devi farlo. Strappare solamente, non puoi, lascia minuscoli filamenti che si riproducono, da sole e ricominciano la loro opera di morte.
    Oppure devi gettare la spugna e abbandonare il terreno. Sgombrare il campo. Non si può.
    Non possiamo, noi buoni contadini e coltivatori, abbandonare la terra. La fragile terra, avvelenata, soffocata da asfalto e cemento, violentata dai fumi della CO2, sussulta, grida, trema, chiede aiuto.
    Dobbiamo tagliare il fico strangolatore, eliminare radicalmente la cuscuta. Ci farà male. Si deve fare. O noi o loro. O gli imbroglioni, spacciatori di fuffa, elargitori di pubblicità truffa, asservitori di contadini e rivenditori di eccellenze inesistenti tanto quanto oppresse e insanguinate. O noi o la gramigna chimica, inestirpabile.
    Lo dobbiamo a chi lavora la terra e si guadagna la vita col sudore della fronte ed il sogno. Con l’intelligenza e la lungimiranza che consistono nel vivere e faticare in una terra viva, mantenendola viva, fertile e nel mantenerla viva, con il biologico, il biodinamico, la permacultura o andando a cacare di persona, si chiamavano pozzi neri eh, si prima dell’avvento delle metropolitane fogne e chiaviche “acque dell’oblio”, come ben le chiamava Ivan Illich, nel proprio campo, bene, lo dobbiamo a tutti quei contadini, zappatori senza padroni, vignaioli senza padrone, apicultori, allevatori che, come ci raccontava Gino, ubriacano la loro grassa, fedele, buona oca, la tengono in grembo, poi, un colpo solo, al collo e lei se ne va, senza soffrire, per alimentare noi stessi, i nostri figli, e tutto questo senza odio, senza alcun piacere ma solo obbedendo e ci spiace per vegetariani, io sono vegetariano, mi spiace per me, e vegani, ma è così che si è fatto da millenni e così, se carne si vuole mangiare, fare.
    Lo dobbiamo, distinguere, discernere il grano dal loglio.
    Chi lavora bene e vende direttamente o con la minima intermediazione il suo prodotto che prodotto non è, prodotto solo perchè elaborato ma cibo, vino, formaggio, marmellata, conserva, birra o miele, per vivere e nutrire gli uomini.
    Su A rivista anarchica, analoga riflessione sul fico strangolatore. Condivibile al 100%.
    Ed io darò una mano. E presto. Dalle pagine del Manifesto, scrivendoci direttamente, compagne e compagni della Terra Trema, mi sarà, adesso, più facile.
    Sapete chi sono, avete il mio telefono. Solo servizio, un dovereoso servizio a chi vi vuole bene ed ha amato Gino Veronelli e quando è morto, ha pianto, pianto con voi.
    Ci siamo, mai domi. Feroci e particolari, critici e innamorati, ubriachi, perchè no, ebbri e ferventi assertori di questa sola vita su questa sola bella, povera e viva, nonostante il genere homo sapiens, Terra. Dopo Veronelli, siamo seguaci zingari, lazzari felici figli di Pino Daniele e Claudio Lolli ed anche Dalla, scriveva, nel suo profondo mare “quello scherzo di terra che il suo grande cuore doveva coltivare”. Non dimentichiamo nessuno, per quanto possibile, per non essere dimenticati. Non dimentichiamo nessuno. I nostri morti sostengono, diceva mia madre, contadina fino alle midolla, i nostri giorni.
    Un pensiero a Gino, ad ogni amico della Terra, artista o vignaiolo, poeta, cantante o pecoraio. A tutti, maniscalchi e fabbri, a tutti quanti percorrono l’esistenza senza offendere, senza irridere il lavoro duro altrui ma anzi, si spendono in leghe bracciantili, coordinamenti campesinos, piccole scuole di villaggio, a tutte e tutti, ovunque nel mondo camminano la Terra con rispetto e altruismo, perchè i figli degli altri abbiano gli stessi diritti dei figli nostri a vivere, il nostro saluto. Hasta siempre! Che vuole dire che non ci piegheremo mai. Mai e poi mai. Io, assieme a centinaia di migliaia, continuo a seminare, leggere, scrivere, e come potrei interrompere il flusso necessario della vita e delle stagioni? A voi, il mio grazie ed il mio pensiero. Ci sono. Anch’io, vorrei, sommo complimento, che, alla mia dipartita, un fratello contadino, portasse, come è stato per Gino, una manciata di terra, quella buona, della sua, e me la lasciasse a ricordo.Siamo stati Terra e siamo stati uomini e donne, abbiamo tremato ed abbiamo lottato. Forse conoscete una maniera migliore e più dignitosa di questa, per vivere?
    Teodoro Margarita

  167. Massimo ha detto:

    Salve, sono interessato all’acquisto di un paio di magliette e una felpa.
    Grazie

  168. Silvia morandi ha detto:

    Gaetano sempre i tuoi interventi interessanti e pieni di poesia che ti distinguono per l’amore e il rispetto per il tuo mestiere un abbraccio Silvia

  169. PaoloSavona ha detto:

    Salve, interessante.

    Qual è il soggetto di “identificano”?

    Paolo

  170. nicoletta ratano ha detto:

    Pasolini diceva:”pensano allo sviluppo e non al progresso!”…C’e’ una notevole differenza tra i due termini che vede il primo (lo sviluppo) essenzialmente volto al profitto, mentre il secondo (il progresso) considera come valore primario il benessere sociale.Questo diceva Pasolini. Lo “sviluppo”e’ produzione di beni materiali e superflui,che non servono ma che anzi intasano, opprimono, alimentano le discariche.Invece il “progresso” e’ produzione di beni che servono davvero, che possono anche non essere beni materiali, ma lavoro per tutti e cura per l’ambiente.. Il “progresso” è dunque una nozione ideale (sociale e politica): la dove lo “sviluppo” è un fatto pragmatico ed economico.
    Io credo che tutti questi luoghi che avete visitato siano apounto “luoghi di resistenza”, creati da persone coraggiose che vanno contro lo sviluppo e verso il progresso sociale politico ambientale e di conseguenza economico si’ “economico”. Perche’, e’ vero, “La terra trema”, si ribella! E tutto parte dalla terra e alla terra bisogna ritornare… in tutti i sensi.
    Bravi continuate cosi’a “cercare” e trovare chi non si sviluppa in grandezza gonfiandosi inutilmente in maniera narcisistica autodistruttiva ma chi al contrario progredisce con consapevolezza e umilta’.

  171. Amedeo ha detto:

    Teneramente antico, rimpianto di valori che scompaiono sacrificati dal nostro finto essere modernamente evoluti.

  172. Angela ha detto:

    Breve e saggio. Una lettura ottima per avviarsi alle terre d’Abruzzo

  173. Angelo riva ha detto:

    a Lecco siamo un circolo intitolato a gino veronelli, vorremmo organizzare critical wine. vorremmo parlarvi x avere suggerimenti. l’evento è previsto a maggio.

  174. Barbara Collet ha detto:

    Che bella sorpresa, grazie! BC

  175. Anna Maria ha detto:

    Sono alla ricerca di un antico sapore che la mia mamma mi fece scoprire ahime quando ero ragazza. Ritrovarlo sarebbe come rincontrare la mia mamma. Si tratta di frattaglie del tonno che si conservavano sotto sale e poi si mangia avo bollendole e condite ad insalata. A Catania si chiamava Sausa sapete dirmi se si può trovare da qualche parte? Vi ringrazio

    • Laura M. Alemagna ha detto:

      Anna Maria, qui la risposta di Tano:
      “Cara Laura,
      La sausa è la membrana che racchiude la sacca ovarica del tonno nella sua massima espansione, cioè prima di buttare le uova in maggio/giugno. Non è una cosa semplice trovare, anche perché i tonni portati a terra, con la faccenda delle tonnare volanti che mettono tutto il pescato nelle gabbie galleggianti, se ne trovano pochi. È comunque una cosa da organizzare in quel periodo e io forse ho anche la persona giusta per trovarla e salvarla per poi mangiarla.
      Ma questa signora tu la conosci? È sicuramente figlia di una donna che ha vissuto i qualche marineria tonniera per avere il ricordo di questo piatto, anche perché non è patrimonio gastronomico comune ma estremamente, oggigiorno, raro.”

  176. Maria ha detto:

    Grazie Gaetano, sei una fonte inesauribile. Maria

  177. carlo sitzia ha detto:

    Sono felicissimo per Arianna, Cristian, Enrico, Laura e Emiliano !!

  178. Daniele ha detto:

    Buongiorno, vorrei acquistare, se possibile, 2 felpe. Come posso fare,
    Grazie mille

  179. Fabio Tirelli ha detto:

    Interessato vostro percorso e scritti in cartaceo
    Fabio Tirelli
    3346804570

  180. Alessandra Boni ha detto:

    È bellissimo vedere come la tradizione si unisce all innovazione e a culture diverse. Complimenti tutto quello che siamo stati non deve essere dimenticato .

  181. Maurizio ha detto:

    Mi dispiace, ed il vostro commento non ne merita uno ulteriore
    In bocca al lupo

  182. Sergio ha detto:

    Peccato. Ma è giusto così

  183. Daniele ha detto:

    che fata roba bella!!!

  184. Daniele ha detto:

    Gregò!! ho avuto tue notizie ieri… ieri qui era festa grossa!! era San Gregorio ohh!! la Festa del Bestiame di tutta la valle… ti saresti spataccato!! :*

  185. Farina Francesca ha detto:

    Mi sembra checle poesie di Mara Cortazar siano pregevolissime. Spero di incontrarla domani 11 novembre 2022 presso l’associazione dei sardi ACRASE.

  186. Luigi bagassi ha detto:

    Il concetto sbagliato è quello del monopolio, in Italia monopoli del vino non ce ne sono. Conosco bene il concetto del prezzo sorgente, ero tra quelli che erano alla Chimica, ma è forse l’unica cosa che non è stata in piedi tra tutte le visoni di Veronelli. Io semplicemente vedo il lavoro del distributore (che faccio) come un lavoro che qualcuno deve fare. Vendere vino, distribuirlo all’ingrosso, è un lavoro e qualcuno deve farlo e ha un costo. Poi sta alò produttore decidere se questo lavoro lo vuol fare lui o la sua famiglia o se vuol farlo fare esternamente.

    • La Terra Trema ha detto:

      Caro Luigi, grazie per il tuo commento. Proprio in quest’ultimo periodo siamo tornati a ragionare e a indagare i temi che avevamo messo a fuoco con questo scritto ( a rileggerlo oggi, compresi i commenti, riteniamo che sia ancora attuale, anzi lo è ancor di più). Affrontare la questione è ancora più urgente. Il prezzo sorgente (al di là della difficoltà a trovare una giusta e condivisa declinazione e alle sue criticità nell’applicabilità) ci ha permesso di lavorare su molti fronti. Oggi il prezzo sorgente ci permette di affrontare nuove questioni. Ad esempio: il prezzo del vino dei piccoli vignaioli è cresciuto vertiginosamente. Sicuramente per ragioni macroecronomiche e per i costi di produzione, ma anche per ragioni di speculazione e profitto. E qui torna utile ragionare e dibattere su prezzo sorgente, distribuzione e rapporti di produzione. Lo faremo. A partire dalle pagine de L’ALMANACCO e con le nostre pratiche quotidiane.

  187. Chiara Tosini ha detto:

    Wow che emozione!Così attuale ed eterno il valore umano raccontato parlando di una terra paradisiaca.

  188. Domenica ha detto:

    Sempre pieni di poesia i tuoi racconti, che ci riempiono gli occhi e il cuore! Grazie Susetta!

  189. Ermanno Domenicale ha detto:

    Ottimo articolo, brava Simonetta

    • Simonetta ha detto:

      Caro Ermanno! Grazie
      Per aver letto il mio pezzullo sulle osmize…ricordando che le prime “frasche” furlane le ho frequentate con te! Simonetta

  190. andrea manfrinati ha detto:

    Salve, mi chiamo Andrea Manfrinati e ho una piccola azienda di vini naturali nel biellese.
    Faccio parte di un movimento informale chiamato I am agricolo project che raggruppa piccoli produttori come me e amanti del vino tutti con l’idea che il vino sia principalmente veicolo di aggregazione e cultura.
    Sarebbe possibile nella prossima edizione partecipare come gruppo?
    Se si quali sarebbero i costi?
    Grazie mille

  191. Isabel Serrano ha detto:

    Siamo un gruppo di olivicoltori tradizionali dell’andalusia, nel nostro gruppo ci sono olivicoltori biologici e convenzionali, siamo proprietari di piccole o medie dimensioni. crediamo che il nostro settore abbia problemi particolari, offriamo un prodotto sano e di alta qualità alla società, ma i costi sono molto alti. l’oliveto tradizionale è una foresta, una riserva di biodiversità e questo deve essere considerato nell’UE. Ci devono essere misure speciali per questa coltura che è un bene sociale. VOGLIAMO CONTATTARE GLI OLIVICOLTORI ITALIANI, FRANCESI E GRECI PER PRESENTARE UNA PROPOSTA COMUNE:
    L’OLIVO TRADIZIONALE È STORIA, CULTURA, LAVORO, PAESAGGIO, BIODIVERSITÀ E SALUTE:
    Aiutateci a contattare i colleghi olivicoltori. MUCHAS GRACIAS

  192. Dario Urgeghe ha detto:

    Concordo al100% sulla analisi in particolare al momento la situazione contingente è peggiorata a causa degli interventi dell’occidente nella guerra in Ucraina. Il rincaro del Gasolio e dei fertilizzanti è legato al blocco di importazioni dalla Russia (vedasi sanzioni varie).L’aumento delle tasse e la riduzione di alcuni contributi all’agricoltura sono legati allo spostamento di risorse per sostegno alla produzione bellica e alla sopravvivenza dell’Ucraina.Insomma gli Stati nazionali dell’occidente e la UE stanno facendo pagare ai coltivatori e a noi i costi della guerra da loro stessi provocata. Nessuno parla inoltre dell’inquinamento provocato dai bombardamenti e dell’aumento di CO2 durante la guerra e dopo per la ricostruzione che si presenta solo come una grande opportunità di guadagni per i.nostri paesi.

  193. Carlo Cruciani ha detto:

    Sono un giornalista investigativo indipendente molto sensibile alle tematiche dell’agricoltura. Partecipo alle discussioni che in Chat(purtroppo solo in queste si dibatte) avvengono tra contadini della mia zona(Ascoli Piceno). Condivido in toto il vostro approccio che mi sembra anche in linea con quello dell’agriecologo Prof. Giuseppe Altieri. Vi stimolo a preparare un documento programmatico da sottoporre nel movimento, assai confuso, altrimenti si rischia di cadere nelle grinfie dei soliti prestigiatori politici e sindacali che con contentini sanno come ingannare il popolo che vede solo rimborsi, Pac e quant’altro. Quello che sostiene Altieri è che esiste da 30 anni la possibilità di riconvertire questa agricoltura in Agroecologica usufruendo di contributi ben al disopra di quelli offerti dalle Pac. Un caro saluto Carlo Cruciani