24∙25∙26 NOVEMBRE 2023
LA TERRA TREMA | FIERA FEROCE
al Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
quindici anni

alla gioventù deragliante, innaturale
alla gioventù degenere, discola, criminale

Io sono il punto amaro delle oscillazioni
fra le lune e le maree

(Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini)

La Terra Trema | Fiera feroce di vini, cibi, relazioni avrà luogo il 24/25/26 novembre 2023 al Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito, terra di conflitto e autonomia ancora sotto sgombero in una metropoli, Milano, che, malgrado proclami e vetrine, sempre di più spinge fuori da sé dissenso, differenze, povertà. Milano magma che sotterra, omologa, genera alienazione e disparità, e che nessuno risparmia. 
La Terra Trema | Fiera Feroce ritorna, per ribadire la sua sostanza proteiforme, la sua materia fecciosa, racaille, per celebrare l’incontro dei molteplici volti e delle numerosissime voci della produzione agricola e vinicola di questa nazione e non solo. 
Non solo per rivedersi ma per ritrovarsi e ragionare collettivamente, fuori dalla propria bolla, dai propri ambiti protetti, per dare luogo a un confronto orizzontale che comprenda tutte e tutti, agricoltori/trici, vignaioli/e, cittadini/e. 
Crisi economica, crisi sanitaria, crisi climatica hanno avviato una guerra che, neanche troppo sottotraccia, lascia scampo a nessuno. Manifestazioni di un capitalismo totalitario e capillarizzato che sta travolgendo territori e persone, vigne, case popolari, campi, scuole, boschi e quartieri, generazioni, noi.

Nel corso di questi anni, moltissimi ne sono passati dalla prima edizione, La Terra Trema | Fiera Feroce ha voluto che sviscerassero, davvero politicamente, le evoluzioni economiche, sociali, urbanistiche, ecologiche, qualitative che il micro/macro mondo dei vini contemporanei ha e sta attraversando/determinando/subendo. Mai ha smesso di chiedersi e di discutere di prezzo, distribuzione, rapporti di produzione. 
Oggi il “settore” è in pieno sviluppo, tira, è il regno dell’hype. Sembra andare benissimo. Ma non è così per tutti/e.
Intorno ai “luoghi del vino e dei cibi” (a queste economie, a queste politiche) si stanno ridisegnando quartieri, città. Non rivoluzioni.
Che tutto questo sia una responsabilità da collettivizzare, che generi implicazioni importanti, cruciali, è per noi scontato. In prima istanza perché è un processo inarrestabile. Mai sazio. Perché se le mutazioni gentry hanno già ridisegnato la forma di chi può abitare quartieri e città, ora si apprestano a colonizzare nuovi ambiti: le “aree interne”, i bei borghi, le località amene.

La giostra gastronomica è parte di un gioco sadico che sta ampliando disuguaglianze ovunque, che sta ampliando il solco tra chi è dentro e chi è fuori, chi ce la fa e chi no, chi se lo può permettere o meno. Soprattutto a Milano ma non solo a Milano.

Nel nostro minuscolo agire ci abbiamo provato, sin dall’inizio, pensando a La Terra Trema | Fiera Feroce e a L’Almanacco come strumenti alla portata di tutti. Pensando/credendo di alimentare – orizzontalmente – una cultura ampia e feconda. Un fare cultura che riguarda (necessariamente) insieme (l’accesso a) vini, cibi, politiche, militanza, pratiche (urbane e agricole). Di qualità, certo, se è necessario ribadirlo. 

Non saranno mai salvifiche queste città antropofaghe, le economie cannibali che generano, non saranno mai salvifiche le speculazioni compiute in nome della rigenerazione, della riqualificazione, dell’ordine gourmettizzato. Dietro narrazioni solo ben disegnate insiste un modello trito e ritrito che alimenta un consumismo barbaro, ottuso, capitalista.
Si inneschino rapporti realmente diretti, si generino economie orizzontali, franche, a portata di mano, si generino progetti collettivi combattivi, riottosi, indipendenti.

Il cosiddetto mondo dei vini e dei cibi ben fatti (naturali e non) rischia di ritrovarsi a dissertare solo della sua stessa piacevolezza, della sua ragion d’essere, delle molteplici e inaspettate possibilità di un calice, in cattedrali glabre come giardini inglesi, terse, monoclonali. Città di niente.
È il caso che si cominci a chiedersi dove sta la biodiversità nelle città, dove sono le differenze, dove vive la vita, al di là dei bei tavolini guarniti e lontanissimi dalle vigne.
Necessario è costruire momenti di confronto a partire da questo. Necessario è che lo facciano tutti. Vignaiole/i, agricoltrici/ori, spazi occupati, luoghi confliggenti. 

Ci auguriamo accada, ancora, a La Terra Trema, il 24/25/26 novembre 2023 al Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito.

La Terra Trema
Folletto25603
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito

Last modified: 2 Nov 2023

2 Responses to " 24 25 26 NOVEMBRE 2023 – LA TERRA TREMA | FIERA FEROCE – quindici anni "

  1. andrea manfrinati ha detto:

    Salve, mi chiamo Andrea Manfrinati e ho una piccola azienda di vini naturali nel biellese.
    Faccio parte di un movimento informale chiamato I am agricolo project che raggruppa piccoli produttori come me e amanti del vino tutti con l’idea che il vino sia principalmente veicolo di aggregazione e cultura.
    Sarebbe possibile nella prossima edizione partecipare come gruppo?
    Se si quali sarebbero i costi?
    Grazie mille

  2. Isabel Serrano ha detto:

    Siamo un gruppo di olivicoltori tradizionali dell’andalusia, nel nostro gruppo ci sono olivicoltori biologici e convenzionali, siamo proprietari di piccole o medie dimensioni. crediamo che il nostro settore abbia problemi particolari, offriamo un prodotto sano e di alta qualità alla società, ma i costi sono molto alti. l’oliveto tradizionale è una foresta, una riserva di biodiversità e questo deve essere considerato nell’UE. Ci devono essere misure speciali per questa coltura che è un bene sociale. VOGLIAMO CONTATTARE GLI OLIVICOLTORI ITALIANI, FRANCESI E GRECI PER PRESENTARE UNA PROPOSTA COMUNE:
    L’OLIVO TRADIZIONALE È STORIA, CULTURA, LAVORO, PAESAGGIO, BIODIVERSITÀ E SALUTE:
    Aiutateci a contattare i colleghi olivicoltori. MUCHAS GRACIAS

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