Cascina del Monastero

IL PRODUTTORE

Ragione sociale: Cascina del Monastero di Grasso Giuseppe 
Indirizzo: Frazione Annunziata 112/A – 12064 La Morra (CN) – IT 
Telefono: 0173 509245 – 338 2725016 
E-mail: info@cascinadelmonastero.it 
Sito internet: www.cascinadelmonastero.it

Proprietario: Grasso Giuseppe 
Possibilità di visitare l’azienda:  
Eventuali strutture ricettive: Agriturismo con 24 posti a dormire (10 camere doppie) 
Eventuali servizi in azienda: Agriturismo b&b 
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: vino, frutta, nocciole 
Descrizione del nucleo famigliare e loro coinvolgimento nelle attività agricole:
Marito Giuseppe , moglie Velda , figlio Loris e figlia Giada

Estensione terreni: 16 ha 
Altitudine: 
Superficie coltivata a vigneto: 12 ha 
Altre colture: nocciole, frutta, prato 
Tipo di conduzione: 5 ettari affitto, 11 in proprietà 
Tipo di coltivazione: Bio integrato 
Tipo di allevamento: Integrato – Biologico senza certificazione – sistema SQNPI 
Eventuali società di certificazione: ECOGRUPPO ITALIA srl 
Eventuale laboratorio di analisi utilizzato: ABC della Cantina

Enologo o responsabile di cantina: Grasso Giuseppe 
Agronomo o responsabile conduzione agricola: Grasso Giuseppe 
Lavoratori fissi: 2 
Lavoratori stagionali: 
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi: nessuna 
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali: contratto a tempo determinato 
Ricorso a lavoro interinale: no

Vini prodotti: 
Barbera d’Alba Parroco d.o.c.
Dolcetto d’Alba d.o.c.
Langhe Nebbiolo Monastero d.o.c.
Langhe Rosso Sarset d.o.c.
Barolo Bricco Luciani d.o.c.g.
Barolo Bricco Rocca Riserva Riund d.o.c.g.
Barolo Perno d.o.c.g.
Langhe Bianco “ Viognier “
 

Numero totale di bottiglie prodotte: 55.000 
Vendita diretta: 18000 
Canali distributivi: Agenti e distributori 
Vendita nella media e/o grande distribuzione: 35000 

Una breve storia dell’azienda: 
La storia della Cascina del Monastero inizia nel 1926 quando il nonno Alessio, figlio di allora contadini già vinificatori in zona Barbaresco, diventò il proprietario della Cascina Luciani e delle vigne che la circondavano. Si trattava della fattoria appartenuta al convento dei benedettini di Mercenasco, per 300 anni condotta dai monaci di San Pietro di Savigliano.
Questo è un luogo permeato di storia, tanto è vero che nel 1775 ospitò l’allora don Luigi Barnaba Chiaramonti, destinato al soglio di Pietro con il nome di Papa Pio VII, colui che incoronò Napoleone Buonaparte. Proprio Papa Pio VII, nel passare da Asti durante il suo viaggio verso Parigi, nel 1804, incontrando Mattia Settime e Giacomo Roggeri, Maire e Aggiunto di Morra, nel ricordarsi di quei luoghi da lui visitati ebbe ad esclamare: “Ah! Morra! Bel cielo, e buon vino”.
Destino scritto nella storia quindi quello della Cascina del Monastero, che da quel tempo remoto ad oggi è stata sottoposta ad ampliamenti e migliorie che non ne hanno modificato lo spirito ma hanno adattato la struttura alle esigenze di un’azienda agricola all’avanguardia nella produzione di vini pregiati.
Situata nel cuore delle Langhe, in località Annunziata, la Cascina del Monastero continua a far onore all’originale nome di Luciani, derivato da luce, in quanto si presenta completamente baciata dal sole. La collina che si trova alle spalle dell’azienda ospita 18 giornate piemontesi di vigne, ad un’altitudine media di 300 metri sul livello del mare, su di un terreno di natura argilloso-calcarea.
Il capostipite ha trovato un degno erede nel nipote Giuseppe, che oggi conduce l’azienda insieme alla moglie Velda e ai figli Loris e Giada. Questi ultimi discendenti di una famiglia votata alla terra di Langa. Nel corso degli anni Giuseppe, con grande fatica e tanto lavoro, ha ampliato l’antica fattoria, dotandola di una nuova cantina nella quale vengono utilizzati macchinari all’avanguardia destinati alla vinificazione. Giuseppe oggi si reputa un artigiano del vino, un vino bio il suo, prodotto con arte capiente e perfezionato delle tecnologie moderne dei giorni nostri.
Visitando la cantina si scopre però come questa ricerca delle nuove tecnologie non abbia portato Giuseppe a dimenticare le fatiche fatte dai padri. In un angolo infatti, un piccolo museo dedicato agli attrezzi impiegati nel passato per lavorare la terra ricorda al visitatore quanto sia stato duro, nel tempo, rendere le vigne quel bene prezioso oggi in grado di fornire uno dei prodotti più famosi delle Langhe.
In questa cantina troverete vini di annate non recenti e alla degustazione ne resterete entusiasti.
 

Cenni storici e geografici sul territorio: 
Zone collinari che si alternano dolcemente a distese di prati incantati e che risalgono ancora diventando vigneti in fiore, paesi e borghi dal sapore antico che si arrampicano sulle rocce e le alture, piccole cittadine ricche di storia e tradizione e, ancora, alberi maestosi che dominano le bellissime vallate colorate .Un luogo ideale per rilassarsi e godere della natura, dell’arte e soprattutto dei piatti tradizionali che diventano perle di sapore tutte da assaggiare, come i pregiati tartufi bianchi, i tajarin, il bollito e dei vini famosi con cui accompagnare pasti e momenti preziosi, primo tra tutti il Barolo, ma anche Nebbiolo, Barbera e Barbaresco tra i rossi e Favorita e Arneis tra i bianchi. 

Condizioni ambientali del posto e dell’area di produzione: 
La “Langa del Barolo” include l’estremo lembo Nordoccidentale del sistema collinare delle Langhe, e si
estende per 3.051 ettari sui territori comunali di Barolo,Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, La MorraMonforte d’Alba, Novello e Diano d’Alba, checostituiscono il fulcro dell’area di produzione del vino Barolo DOCG. Questo vino rappresenta l’assoluta eccellenza della produzione enologica piemontese e uno dei vini rossi da invecchiamento più importanti in
ambito mondiale. Il prestigio internazionale del Barolo non si lega solamente alla grande qualità del suo ciclo produttivo, ma è anche frutto di una tradizione storica, in quanto nel corso del XIX secolo divenne l’”ambasciatore” del Piemonte della Casa reale dei Savoia nelle corti di tutta Europa. Il Barolo è prodotto inpurezza dal Nebbiolo, il vitigno più anticamente coltivato e pregiato delle Langhe e fra i primi attestati storicamente in Italia, che trova fra queste colline un ambiente ottimale alla sua coltivazione e alla produzione di vini di eccellenza. Il paesaggio si connota per un mosaico agrario pressoché monoculturale, con appezzamenti vitati a perdita d’occhio, e per la presenza di borghi di impianto medievale (Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba) fortemente caratterizzati dalla presenza di imponenti castelli.
 

I miei principi e idealità di produttore: 
Il Barolo della Cascina matura in botte oltre i tre anni prima di passare in bottiglia, per diventare quello che oggi viene considerato il re dei vini. Mediamente il tempo di affinamento è più lungo rispetto a quanto detta il mercato. Da qui Giuseppe ottiene un vino di grande purezza e freschezza con elevati profumi dalla struttura imponente, accompagnato da eccezionali rotondità e dai tannini elevati. Il risultato finale è di un vino aperto e fragrantemente piacevole ed equilibrato nonostante i suoi ulteriori anni di invecchiamento. 

La mia opinione sull’utilizzo di OGM e NGT: 
non siamo d’accordo sull’OGM.

IL VINO

Nome del vino:

Barolo docg Riserva Bricco Riund

Annata: 2013

La viticoltura

Nome vigneto/i: Bricco Rocca
Superficie:
Suolo: argilloso-calcareo
Esposizione dei filari: mezzogiorno
Altitudine: 350 m s.l.m.

Vitigno/i: nebbiolo
Portainnesto/i: s.o.4
Forma di allevamento: filare
Anno d’impianto: 1951
Densità d’impianto: 4500 ceppi/ha
Produzione per ceppo: 1,5 kg/pianta
Produzione per ettaro: 70 q/ha

Trattamenti: peronospora ed oidio – in necessità
Fertilizzanti: concime naturale – 1 volta anno
Data inizio vendemmia: 10/10/2022
Modalità di vendemmia: manuale in cassetta
Utilizzo di uve acquistate da terzi: no
Certificazioni: bio
Eventuali notizie aggiuntive inerenti la viticoltura: Il Barolo Bricco Riund riserva è ottenuto da uve provenienti dal “Cru“ Bricco Rocca in regione Annunziata di La Morra L’affinamento di questo vino segue un affinamento in metodo tradizionale e avviene in botti di rovere dove il vino riposa per 48 mesi . Segue un ulteriore affinamento di minimo 12 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato .

L’enologia

Modalità di diraspatura e pigiatura: diraspatrice
Modalità di pressatura: pneumatica
Vinificatori in: acciaio e legno

Macerazione: 24/36 giorni
Anidride solforosa e/o acido ascorbico: 
Utilizzo di lieviti selezionati: no
Metodologia di stabilizzazione: nessuna
Filtraggi: nessuno
Chiarifiche: nessuno

Affinamento in acciaio: 6 mesi
Affinamento in botte o barrique: 4 anni in botte
Affinamento in bottiglia: 1 anno

Eventuali correzioni: nessuna
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: no
Utilizzo di concentratore: no
Pratiche di “salasso”: no
Resa uva/vino: 70%

Numero di bottiglie prodotte: 3000
Tipologia bottiglia: albeisa
Tappo in: sughero

Controllo temperatura cantina o magazzino: 18° temperatura costante

Destinazione delle vinacce: distilleria
Produzione di grappe o distillati: no
Nome prodotto: no
Luogo e modalità di distillazione: no

Le caratteristiche chimiche

Titolo alcolometrico: 4,00 %
Acidità: 5,50 g/l
Ph: 4,20
Estratto secco: 27 g/l
Anidride solforosa libera: 21 mg/l
Anidride solforosa totale: 50 mg/l

Descrizione organolettica e libera

Il mio vino è:
un vino di grande purezza e freschezza con elevati profumi dalla struttura imponente, accompagnato da eccezionali rotondità e dai tannini elevati. Il risultato finale è di un vino aperto e fragrantemente piacevole ed equilibrato nonostante i suoi ulteriori anni di invecchiamento.

PREZZO SORGENTE

Prezzo sorgente relativo alla bottiglia: 40 €

Eventuali altre considerazioni:
Da 30 anni la Cascina del Monastero è anche agriturismo, nel quale si vede la mano sapiente di Velda, che sembra aver assorbito l’arte esercitata dai frati benedettini, antichi abitanti di questa fattoria. Velda è guida ispirata che conduce i visitatori in un percorso fatto di sapori, gusti e aromi, parte integrante della tradizione di Langa. Mentre completano il quadro dieci camere, arredate in stile antico e ognuna diversa dalle altre, che diventano il regno di chi vuole trovare la serenità, riappropriandosi di quei ritmi dei quali la vita di tutti giorni ci ha privato.

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