Almanacco 25 / Estate 2022


SOMMARIO

Editoriale

PETRICORE

Agricolture

PICCOLO BACCO CON CORONA

Storia, consapevolezze, nuovi scenari in Oltrepò pavese.

Testo e fotografie di Laura M. Alemagna

Territori

VECCHIE ABITUDINI DESTINATE A SPARIRE

Una via stretta, due libri snelli e la gastrofinanziarizzazione della città

Testo di Wolf Bukowski
Illustrazione e foto di Foodification

Impressioni

INCONTRO A CASTELPORZIANO

Victor Cavallo, nato e vissuto e morto a Roma dal 1947 al 2000, ha pubblicato poco e scritto poco di più. Ha attraversato molti mestieri artistici, tutti obliquamente, ed è riuscito a innamorarsi della vita aggredendola, fino a consumarsi. Victor Cavallo è per noi chi, nella ricerca poetica in lingua italiana di fine Novecento, ha più sublimemente fuso il particolare all’universale, il dettaglio alla visione, il quotidiano all’archetipo, la solitudine al sorriso. La sua Roma, che appartiene alla lunga onda del declino eroinico e della sconfitta sociale, è imperiale e (perché) sporca, fastosa e (perché) cinica, splendente e (perché) misera, barocca e (perché) nuda, amata e (perché) disarmata, notturna e (perché) assolata. Meriterebbe, il suo lavoro, l’attenzione che meritano le albe

di Victor Cavallo

Rapporti di produzione

UN TEMPO ERANO I PONY EXPRESS…

Adesso sono nuove identità lavorative, i cosiddetti Rider, lavoratori a due ruote che sfrecciano sottopagati a ogni ora del giorno e della notte carichi di discutibile cibo nei loro ingombranti zaini, che sponsorizzano le piattaforme digitali a cui sono sottomessi

di Sara Manzoli

Fuori Fuoco

CAPITALISMO CIBERNETICO

È il titolo del nuovo libro di Renato Curcio edito da Sensibili alle Foglie. Partendo da questa produzione editoriale abbiamo fatto tre domande all’autore

Intervista a Renato Curcio a cura di LTT
Illustrazione Cyop&Kaf

Tumulti

COMUNICATO DEI CONTADINI NO TAV

L’abbiamo detto e praticato. Per noi, per i vignaioli e le vignaiole, per le agricoltrici e gli agricoltori, per i contadini e le contadine, i rapporti di produzione, l’autoproduzione, le relazioni e lo stare nei territori in modo conflittuale sono pratiche fondamentali, come e di più dei modi di produzione e della qualità e dell’analisi sensoriale dei prodotti gastronomici e alimentari. Punti essenziali, se si vuole dire di agricoltura come ambito di trasformazione e se si vuole mettere in discussione un contesto capitalista predatorio e devastatore.
Rifiutare dispositivi economici “compensativi”, non accedere a “bandi e finanziamenti”, rifiutare un’idea di agricoltura e viticoltura di speculazione, fondata su business, promozione falsata e spettacolarizzata sono prese di posizione necessarie se si vuole fermare le grandi opere calate dall’alto. Per questo, quella dei “Contadini No Tav” è scelta di coraggio e valore. Pubblichiamo a seguire il comunicato in cui spiegano le proprie ragioni: rifiutare “i soldi” di chi vuole devastare e colonizzare interi territori, non partecipare a queste “messe in scena”, sono le forme di resistenza più efficaci nei confronti di questo capitalismo evoluto.
Per coltivare e salvaguardare i territori e le comunità resistenti che in essi vivono



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