Fattoria Calcabrina

Indirizzo: FRAZ. MONTEPENNINO, 06036, MONTEFALCO, PERUGIA
Telefono: 392.400.85.70
Fax: –
E-mail: fattoriacalcabrina@gmail.com
Sito internet: fattoriacalcabrina.it

Proprietario: ANGELO E DIEGO CALCABRINA
Possibilità di visitare l’azienda (si o no; se sì indicare in quali giorni): SI TUTTI I GIORNI SU PRENOTAZIONE
Eventuali strutture ricettive (tipologia e n° posti): NO
Descrizione del nucleo famigliare e loro coinvolgimento nelle attività agricole (descrizione sintetica): lavora in azienda tutta la famiglia, Fattoria Calcabrina produce formaggio e latticini di capra oltre al vino, gestita a livello familiare tutti fanno quel che necessita.

Superficie coltivata totale (ettari): 12 ha
Superficie coltivata a vigneto: 2ha
Altre colture (quali): seminativi e pascoli
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: vino, formaggi e latticini
Proprietà dei terreni (se una parte in affitto, specificarne l’estensione): 2ha di proprietà resto in affitto

Enologo o responsabile di cantina (se consulente, specificarlo): Angelo e Diego
Agronomo o responsabile conduzione agricola (se consulente, specificarlo): Angelo e Diego
Lavoratori fissi (indicare il numero): 2
Lavoratori stagionali (indicare il numero): no
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi: OTD Agricoltura
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali:
Ricorso a lavoro interinale (si o no, frequenza): no

Vini prodotti (Denominazione e cru o nome di fantasia):
CALCABRINA Foglio 11
CALCABRINA Foglio 11 – PNT
CALCABRINA Foglio 61

Numero totale di bottiglie prodotte (mediamente): 6.000
Vendita diretta (specificare se in azienda, mercati, fiere, e la percentuale): SI
Vendita nella media e/o grande distribuzione (specificare la percentuale e in quali catene, per esempio Coop, Eataly, ecc.): NO
Totale vendite ultimo anno (solo vino, fatturato e vendita diretta): 45.000

Una breve storia dell’azienda: L’Azienda Agricola Taruna di Angelo Calcabrina, nota agli appassionati di Vino e prodotti naturali con il marchio Calcabrina® e Calcabrina Fattoria Biodinamica® è una azienda agricola a conduzione familiare attiva nel campo della viticoltura e della produzione di formaggi di capra ( da allevamento proprio).
L’attività si è trasformata da “fattoria” a Fattoria nei primi anni del 2000
Ma è nell’anno 2005 che la Fam. Calcabrina ha deciso intraprendere una nuova sfida, quella delle produzioni biologiche e biodinamiche.
Ad oggi, ciò che sembrava un azzardo allora, si è trasformato nel valore aggiunto dell’azienda.
Inoltre, a partire dal 2007, l’azienda ha deciso di diversificare le attività agricole, avviando un allevamento biologico di capre da latte, nella convinzione che solo la conduzione familiare e la diversificazione dell’offerta possa garantire un reddito soddisfacente e stabile nel tempo.

Cenni storici e geografici sul territorio (informazioni sintetiche): Montefalco chiamata per la sua incantevole posizione “RINGHIERA DELL’UMBRIA”, domina l’ampia valle che da Perugia si distende sino a Spoleto.
Per i suoi celebri affreschi è ritenuta un santuario dell’arte umbro-toscana. Centro abitato fin da epoca romana, nel medioevo si chiamò COCCORONE (forse dal greco OROS = MONTE), nome che mantenne fino al 1249, quando devastata dalle truppe di Federico II, fu restaurata immediatamente col nome di Montefalco.
Libero comune, retto dai consigli e poi da un podestà, ebbe ampi poteri riconosciutigli da più pontefici. Fu sede del rettore del ducato di Spoleto (1320-1355) durante l’esilio avignonese, e in quel periodo furono restaurate le sue fortificazioni col consiglio del celebre architetto Lorenzo Maitani.
Il cardinale Egidio Albornoz iniziò da Montefalco la sua fortunata opera di ricostituzione dello stato ecclesiastico successivamente fu sottoposta ai Trinci di Foligno in varie riprese (1383-1439). Ed infine tornò alla Chiesa che le riconobbe libero governo.
Nel 1424 ebbe rinnovati i suoi Statuti. ll 18 ottobre 1527 fu presa e saccheggiata dalle Bande Nere. Nel 1848, a seguito di ampliamento del territorio, ebbe da Pio IX il titolo di città.
Patria di otto santi, tra i quali emerge la insigne mistica agostiniana S. CHIARA DELLA CROCE – (1268-1308), il poeta Nicola da Montefalco (sec. XV) autore di un Canzoniere amoroso, il pittore Francesco Melanzio (1460 c.-1519) allievo del Perugino, il cardinale Giovanni Domenico De Cuppis (m.1553).
Ospitò tra le sue mura i due imperatori svevi, Federico Barbarossa e Federico II, che de Montefalco datarono numerosi diplomi; ed accolse i pontefici Nicolò V e Giulio III.

Condizioni ambientali del posto e dell’area di produzione (eventuali rischi ambientali): Il territorio del Comune di Montefalco, che domina dall’alto la valle umbra, rimane una zona a prevalente attitudine agricola, senza insediamenti industriali se non di piccole dimensioni. La zona non è attraversata da corsi d’acqua o altri veicoli potenzialmente inquinanti. Certo è che l’agricoltura convenzionale e l’uso di nitrati è di per se un rischio ambientale!.

I miei principi e idealità di produttore: (di Diego Calcabrina) Non è facile frenar la foga e la brama di scrivere su questo punto!. Sarebbe meglio usare la voce. Comunque i principi li lascio da parte.
Anzitutto sulla carta d’identità sono Agricoltore (non produttore). Penso di quelli seri.
Faccio agricoltura per vocazione, non sono nato tale, non ho trattori potenti, non ho terreni a sufficienza, non ho risorse a sufficienza. Per me, dopo 10 anni da burocrate, un travaglio lungo 5 o 6 anni si è concluso nel 2011, che è stato l’anno della rinascita.
Ho avuto una bimba, che ora ha 5 anni e mezzo e dei capelli rosso rame, che da soli sono un segno; ho deciso di chiudere con i vecchi demoni per dedicarmi solamente alla Terra, alla mia famiglia ed ai miei animali.
Il resto viene da se. Posso solo dire che ho aperto gli occhi, ho capito l’importanza che ha il cibo per la salute dello spirito e del corpo e tutto ciò mi sforzo, senza proselitismi, di trasmetterlo al mondo.

La mia opinione sull’utilizzo di OGM: Per quello che mi riguarda è un acronimo usato per affamare il mondo ed impoverire la biodiversità.

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