Gino! | di Bruna Ferro | Un invito a scrivere nel decennale dalla morte di Gino Veronelli

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La Terra Trema anno 2014 invita a scrivere a dieci anni dalla morte di Gino Veronelli ch’accadde il 29 Novembre 2004. È un invito aperto a chiunque abbia desiderio di mandare il proprio contributo (a info@laterratrema.org nel caso si voglia).
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Gino!

Quanti ragionamenti mi ha suscitato! Ovviamente pro e, a volte, anche contro quel che professavi; ma, sempre,  Uomo capace di far pensare, far attivare il cervello alla gente!

Ragazzina lo ascoltavo, (obbligata dai miei), in TV all’ora di pranzo in una trasmissione dove si PARLAVA di Vino. Ricordo che, allora dodicenne, brontolavo sull’inutilità, secondo me,  di sentir discorsi su Vino, Territori, .. “che scoperta” pensavo tra me e me; ben presto, purtroppo, compresi gli enormi sforzi di Gino per trasmettere la passione per la Cultura del proprio Territorio, del Vino e, soprattutto, del mestiere del Contadino. Scrivo “purtroppo” perché molti hanno strumentalizzato e usato quel che lui, con semplicità, appunto, Contadina, voleva trasmettere. Gino voleva far vivere il nostro mestiere, voleva il Contadino sviluppato ed approfondito, lo voleva, soprattutto tutelato. Ricordo a questo proposito un aneddoto che mi colpì molto. Gino ci scoprì, ma, noi, per problematiche famigliari, all’epoca mio padre era appena mancato ed a noi con una azienda e due bambini piccoli mancava sempre il tempo,  non riuscimmo mai a fare una bella chiacchierata con lui davanti ad un bicchier di Vino. I nostri incontri erano sporadici e sempre in mezzo ad altre mille persone. Spesso, però, gli scrivevo e lo aggiornavo. Iniziammo in azienda una sperimentazione sulla messa a dimora di piante di Olivo, un progetto che, purtroppo, non andò a buon fine. Dopo anni, quando, ormai non gli scrivevo più per non metterlo in imbarazzo con la lettura, lo incontrai e salutai in occasione di un evento e, lui, si fermò, mi “guardò” con quegli occhi che ormai non vedevano più bene, ma che scrutavano l’anima, e mi chiese: come mai non ho saputo più nulla delle tue 120 piante di Olivo??? Pazzesco. “delle tue 120 piante”, si ricordava il numero esatto! Per lui c’ero. Non si ricordava solo di un’azienda, di una persona, ma la seguiva. Tu, per lui, c’eri. Questo era Gino. Una persona che amava il lavoro del contadino e la persona che lo attuava.

Quando morì tenne fede al suo credo: non volle il funerale in Chiesa. Personalmente non avevo mai partecipato ad un funerale civile ed, in fondo al mio cuore di credente, mi spiaceva anche un po’, pur rispettando appieno il suo pensiero. Portai un po’ della Terra della mia Vigna. Arrivai con grande anticipo, aggiunsi la mia Terra al mucchietto che vi era già.. e potei sostare davanti alla bara chiusa per “parlare” un po’ con lui..sempre senza quel bicchier di Vino.. Lo ringraziai per tutto quel che mi aveva insegnato e trasmesso: il coraggio delle proprie opinioni, del proprio lavoro nonostante tutto..Poi iniziò ad arrivare gente! La musica, il chiacchiericcio, i saluti, l’incontro con persone amiche davanti alla sua bara. Insomma una continua emozione lui c’era e non era solo un corpo. Le sue idee, il suo lavoro, il suo essere era lì, nell’aria con noi.

Gino, sono sicura che ti ritroverò. Ti ritroverò, perché, tu ed io, dobbiamo chiacchierare davanti ad un bicchier di Vino..

 Bruna Ferro

Last modified: 20 Ott 2019

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