TUTTO È MAGICO
Storie di Bianca
di Caterpillar
illustrate da Rocco Lombardi
7
In un giorno di sole,
Bianca scese al laghetto che luccicava tra le colline
e rimase a fissarlo per molto tempo.
Ad un certo punto il laghetto imbarazzato le chiese:
«Perché mi guardi così? Nessuno l’ha mai fatto. Io sono timido»
Bianca gli rispose:
«Mi dispiace se ti ho messo a disagio.
Volevo soltanto capire come fai a luccicare così forte».
11
Bianca andò alla stazione a veder passare i treni.
Il primo non si fermò e corse via sferragliando.
Il secondo passò così rapidamente
che Bianca non fece in tempo a vederlo,
ma soltanto a sentire un gran vento che le scompigliò tutti i capelli.
Il terzo, finalmente, rallentò
e poco dopo si arrestò emmettendo un gran fischio.
Da uno dei vagoni scese un signore con un cappello sulla testa
e una valigia di cartone in mano e Bianca lo salutò.
L’uomo ricambiò il saluto togliendosi il cappello
e facendo un inchino.
Allora Bianca gli si avvicinò e disse:
«Fino ad ora non lo sapevo, ma ero qui ad aspettarti»
«Anche io non lo sapevo, per questo sono sceso»
rispose l’uomo col cappello.
17
Il primo giorno di scuola Bianca si guardò intorno
e capì che non faceva per lei.
25
Un giorno arrivò alla casa di Bianca
un signore vestito con sciarpa e cappotto,
si fermò davanti alla porta e suonò la campanella.
Bianca venne subito ad aprire e,
trovatasi quello sconosciuto alla porta,
lo accolse gentilmente:
«Buongiorno signore, da dove vieni?»
«Io sono il Capo»
rispose solennemente lo sconosciuto.
«Buongiorno, signor Capo, piacere di conoscerti,
ma io ti ho chiesto da dove vieni» insistette Bianca.
«Che domande sono queste? Io sono il Capo»
«Appunto. Da dove vieni? Dal bosco?
Dal campo di fagioli? Dalla vigna?
Dal laghetto? Dal calanco?
Non mi sembra difficile: da dove vieni?»
«Io vengo da lontano»
rispose l’uomo che diceva di essere il Capo.
«Buona giornata, allora»
disse educatamente Bianca, e richiuse la porta.
27
Un giorno in cui splendeva forte il sole
una farfalla si posò sul naso di Bianca e le domandò:
«Cosa vuoi essere da grande?»
E Bianca, incrociando gli occhi, rispose:
«Bianca».
57
Una ragazza con gli stivaletti camminava per le colline,
finché giunse al laghetto dove Bianca stava giocando
a saltafosso con le rane.
La ragazza si sedette accanto a lei e rimasero in silenzio
a guardare i propri riflessi sull’acqua luccicante
e lievemente increspata dalla brezza.
Ad un certo punto, Bianca chiese alla ragazza:
«È questo quello che siamo?»
La ragazza rispose sorridendo:
«No, questo è soltanto come ci vede il laghetto».
58
Una mattina d’estate Bianca andò a trovare il mare.
Si sedette sulla riva e rimase incantata a guardarlo,
mentre piccole onde andavano e venivano sul bagnasciuga,
bagnando i piedi di Bianca.
Il sole proiettava mille scintille sul pelo dell’acqua tremolante.
«Ciao, mare» salutò Bianca.
«Buongiorno, Bianca» rispose una voce dall’acqua.
«Dimmi, mare» chiese Bianca,
«ma tu sei la mamma del laghetto?»
63
Un giorno Bianca fece una lunga camminata tra le colline.
Alla fine della passeggiata, esausta,
si sedette su un sasso ai bordi del sentiero,
stringendosi al petto le ginocchia e ammirando il panorama.
Una donna vestita d’azzurro andava a spasso tra le colline,
seguendo lo stesso sentiero.
Appena vide la donna, Bianca la salutò:
«Buongiorno!»
«Buongiorno a te»
rispose con un sorriso la donna vestita d’azzurro,
poi si accomodò su una pietra sporgente accanto a Bianca
e le chiese: «Cos’è che guardi, di bello?»
«Provo a vedere tutto, ma non ci riesco»
rispose Bianca.
65
Un giorno Bianca sentì un urlo provenire dalla campagna
e si precipitò fuori di casa per capire cos’era successo.
Arrivata alla strada nel bosco,
vide il corpo di un povero riccio schiacciato sull’asfalto.
Più lontano, una macchina proseguiva la sua corsa
lasciandosi dietro una nuvolona di polvere e fumo puzzolente.
Si avvicinò piano piano una lumaca e disse:
«Ecco cosa succede ad attraversare la strada»
Bianca raccolse il corpicino del riccio e disse:
«Ecco cosa succede a far passare una strada nel bosco».
67
Un giorno Bianca corse ancora dietro al fiumiciattolo,
chiamandolo a gran voce:
«Aspettami, ti prego, aspettami! Devo parlarti!»
«È una cosa seria?» chiese il fiumiciattolo.
«Certo che è seria!» gridò Bianca.
«Se è così, allora mi fermo» rispose il fiume
interrompendo la sua corsa, «dimmi pure»
Ancora col fiatone, Bianca lo pregò:
«Insegnami a essere trasparente come te».
83
Una sera Bianca camminò lungo un sentiero
e arrivò al ponte che attraversava l’autostrada.
Si fermò, infilò le mani nella grata del parapetto
e cominciò ad osservare le macchine
che sfrecciavano veloci sulla lingua d’asfalto.
Migliaia e migliaia di piccole luci bianche correvano
formando una fila interminabile,
migliaia e migliaia di luci rosse sfrecciavano nella direzione opposta.
La valle tutto intorno risuonava di un boato lugubre e senza fine.
Il fumo grigio saliva in alto fino a coprire il cielo.
Una scoiattola curiosa, che aveva seguito Bianca
lungo il sentiero fino al ponte, le sgattaiolò accanto
e si accucciò vicino a lei sgranocchiando una ghianda.
Dopo un po’ di tempo trascorso a guardare il traffico dell’autostrada,
la scoiattola fece a Bianca:
«Eh, tutti i giorni la stessa storia. Che baccano!
Ma dove andranno mai così di corsa?»
«Dove le porta la strada» rispose Bianca.
«E dove le porta la strada?» insistette la scoiattola.
«Da nessuna parte» rispose Bianca.

Pubblichiamo un estratto di “Tutto è magico – Storie di Bianca” del poeta performer Caterpillar. Si tratta di una raccolta di brevi testi in forma di fiaba o di apologo allegorico che hanno per protagonista la bambina di nome Bianca. Attraverso le sue avventure, i suoi incontri, chi legge può scovare in sé l’humus di una sempre più necessaria critica della ragion costruente (dominante, invasiva, controllante), o la torba di una sempre più urgente critica dell’adulto albume di abissi con cui il Mondo uccide il tuorlo puro delle infanzie. Siano queste infanzie umane o minerali, vegetali o animali, Caterpillar ci pare dire: o la magia dell’infanzia, che sa vedere e serbare nell’invisibile il nudo filo d’oro che unisce le felci ai buchi neri, o la barbarie degli adulti, che con il realismo predittivo dei loro cinici funzionalismi legano a corda di ferro i CPR allo sviluppo, gli asili nido ai tribunali.
Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 38
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org

Last modified: 4 Dic 2025

