La “prima costellazione” de La Terra Trema, “senza spazio fisico e solide mura”, prevede tre appuntamenti. L’intervista

di Francesco Carrubba, I Grandi Vini | 3 novembre 2025


La Terra Trema approda il 20 novembre 2025, in Cascina Caremma a Besate (Milano), per «I Luoghi del Vino: masi, casali, monasteri, castelli, centri sociali, cena con i vignaioli». Avrà luogo poi il 29 e 30 novembre insieme a vignaiole, vignaioli, agricoltori e agricoltrici alla SOS Fornace di Rho (MI): «Sorge su un ex area industriale di ENI, compartecipata dello Stato, abbandonata da anni. Ha recentemente ricevuto notizia di sgombero e non è dato sapere quando, nei fatti, avverrà». Infine il 10 e 11 gennaio si tornerà a Milano portando produttrici e produttori al CSOA COX18.

È questa la “prima costellazione” dopo lo “sfratto/sgombero” agostano del Leoncavallo, che tradizionalmente l’ospitava. In questi mesi la «Fiera Feroce di vini, cibi, anime erranti» ha visitato altre realtà, cascine, vigne e campagne, immaginando «come costruire nuove possibilità». «Con fierezza, intorno a questa costellazione, abbiamo trovato ormeggio per materializzare nuovi momenti di incontro, alla nostra maniera, nei margini. Certo con non poco sforzo, visti i tempi ristretti e di restrizioni», spiega un comunicato, «Come nelle nostre corde costruiremo questi momenti e quelli che verranno, in autogestione, senza sponsor, finanziamenti pubblici e privati, per continuare ad alimentare un pensiero critico, non normato e addomesticato».

«Questa edizione nomade, questa nostra transumanza, sarà occasione per ribadire ancora una volta l’importanza degli spazi di autogestione e l’urgenza di mettersi a loro difesa», conclude la nota de La Terra Trema, iniziativa enogastronomica riconosciuta in Italia e Europa ideata e realizzata dal Folletto25603 (spazio occupato e autogestito ad Abbiategrasso – Milano). «Come sempre festeggeremo la vita». Li abbiamo intervistati.

Quali e quanti produttori ed etichette parteciperanno agli appuntamenti annunciati?

Ti diciamo che arriveranno da tutta l’Italia, da Francia, Spagna, dalla Georgia, da altri paesi. Ti diciamo che si tratterà di piccole produzioni di qualità, come d’abitudine. Che saranno narrazioni agricole che conosciamo da tempo, con cui abbiamo camminato, presidiato, cospirato. Ti diciamo che sappiamo delle loro colture, delle lotte compiute, delle varietà e dei territori che preservano, del paesaggio che compongono, del rischio che il loro lavoro comporta, del gusto non omologato del vino, dell’olio, che producono.

Ti diciamo che queste narrazioni hanno chiesto di partecipare a questa edizione – nomade e in urgenza – per dire, in prima persona, anche del senso politico de La Terra Trema. Ti diciamo che hanno partecipato per decenni, che, non lo diresti, conoscono da vicino il valore delle esperienze di occupazione politica che hanno costellato la storia di questo paese dagli anni novanta in avanti. Ti diciamo che dalla minaccia di sfratto all’effettivo sgombero del Leoncavallo sono state/i al nostro fianco. Saranno dunque queste le piccole produzioni agricole e vinicole presenti e un’etichetta accomuna ognuna/o: perturbanti e cospiranti. Con noi. Per La Terra Trema, contro lo sgombero della SOS Fornace.

Per parlare di numeri, ti diciamo che tre saranno i vignaioli presenti in Cascina Caremma a Besate (MI), ad accompagnare la cena di apertura con sei vini. Una sessantina le realtà agricole che troverete in SOS Fornace a Rho (MI), una ventina in CSOA Cox18 a Milano.

Quali cibi saranno protagonisti?

Daremo spazio alla cucina dei sapori di territorio e non solo. Il riso arborio, selezionato da seme in azienda, i salumi della bergamasca prodotti con ogni accorgimento possibile – ricordiamo: la peste suina sta facendo diventare questa produzione del quotidiano lombardo, un miraggio -, la polenta di mais molita a pietra nel mulino del Ticino.

Ci saranno i cian di farina di castagne, una farina unica nel suo genere, romanticista, ottocentesca, per tutte le fasi di produzione. I preparati fermentati da legumi sostitutivi (per vicinanza, salubrità e sostenibilità) della soia, i peperoncini abruzzesi audacissimi, lo zafferano, i formaggi di capra, le birre agricole e artigianali. Il miele da apicoltura nomade, come noi, di questi tempi.

Avete già qualche anticipazione sul programma delle iniziative?

Avremo spazio per la consueta degustazione guidata, assodata occasione per approfondire la moltitudine di connessioni che è possibile innescare assaggiando un calice di vino. Varietà inconsuete, territori vinicoli e agricoli a rischio di cementificazione, pratiche colturali manuali vs meccanizzazione industriale, modi di produzione, prezzo sorgente, derive della distribuzione, turistificazione, speculazione, sociologia, antropologia, economia, anticapitalismo, digitalizzazione del lavoro agricolo, nuovi ogm.

Possiamo addirittura parlare di noi. Della storia delle Critical Wine, della genealogia politica de La Terra Trema, Fiera Feroce, di quella di tutte le manifestazioni che da lì in poi sono partite. Un universo, dentro un universo, dentro un universo, dentro un universo, dentro un calice di cristallo serigrafato con un trattore e un Jolly Roger.

Quali difficoltà si incontrano nell’organizzazione di una “fiera” come La Terra Trema senza sponsor né finanziamenti?

Aggiungiamo senza spazio fisico e solide mura? È una pretesa fuori dal tempo, sappiamo. Viviamo l’epoca dei progetti, dei bandi, delle benevole fondazioni – bancarie e non solo – dei filantropi caritatevoli, illuminati, dei patrocini per greenwashing. Ci ritroviamo oppositivi di fronte a tutto questo con ostinata convinzione. Certo è fatica, sforzo, rischio.

Ma è anche rivendicazione delle possibilità delle pratiche non normate che può una forza sociale come quella che agiamo nel quotidiano, nel nostro spazio, con gli altri spazi. Una forza sociale che chiede luoghi di socialità e cultura non mercificati, spazi di autonomia. Un futuro diverso da quello che la politica al servizio del capitalismo digitale e finanziario sta producendo.

Da «anime erranti», nelle prossime costellazioni, continuerete ad «errare» sempre di più?

Siamo nate/i per provocare e sobillare. Qualcosa del genere aveva detto Veronelli, ai vignaioli, giovani e vecchi, portandoli nei Centri Sociali di Verona, Milano, Roma, Brescia, con le Critical Wine. Unitevi alla dirompenza di chi occupa i luoghi dell’abbandono industriale, a chi blocca le strade, a chi manifesta e sovverte. Visionario e folle, il piano veronelliano lo abbiamo preso alla lettera o oggi lo rivendichiamo ancora a piena voce. C’è una comunità agricola di eccellenza che non troviamo più solo nelle manifestazioni enologiche e di settore. Scende in piazza, manifesta, elabora e mette in atto riflessioni politiche. In questo ritrovarci erranti, insieme, non abbiamo necessariamente un approdo, un punto di arrivo, come fine ma un errare, fianco a fianco. In città e campagne che si fanno espulsive, epurative, monocrome erriamo, erreremo. Come i semi del tarassaco.

Come potrebbero essere quindi le future «costellazioni» de La Terra Trema?

«Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi», dice un nostro giovane compagno di strada. Abbiamo appena messo piede in questa Odissea negli Spazi fatta di Centri Sociali, Case del popolo, cascine, osterie a guidarci, magari di nuovi luoghi strappati all’abbandono. Sono giorni in cui ci muove la linfa che alimenta gli incontri, la folgorazione dello scambio.

Le prossime costellazioni si delineeranno così, da gennaio in avanti, su rotte segnate col palmo delle nostre mani guardando al cielo, solcando un mare anche poco conosciuto, mantenendo la barra dritta da un punto di partenza, il nostro astro di riferimento solido, la nostra stella polare: il Folletto25063, microscopica esperienza di occupazione politica nella periferia della periferia della periferia di Milano, amalgama megalomane e schizofrenica.

Last modified: 3 Nov 2025

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