LA TERRA TREMA | IL CIEL SI OSCURA | QUESTA MILANO NON HA PAURA
VERSO IL 6 SETTEMBRE 2025
CORTEO NAZIONALE A MILANO
GIÙ LE MANI DALLA CITTÀ
GIÙ LE MANI DAL LEONCAVALLO
Per difendere gli spazi pubblici di autogestione e autonomia
Perché siano sempre e davvero inclusivi, aperti e sodali
Nella giornata di ieri (21 agosto 2025) è avvenuto lo sgombero/sfratto del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito.
Fulmine, in un cielo di fulmini.
Atto che conferma i cupi tempi che viviamo.
La politica istituzionale (nelle sue due forme di potere esecutivo centrale e amministrativo locale) si è dimostrata ancora una volta opprimente e al servizio degli interessi di speculatori, faccendieri, ricchi immobiliaristi, guerrafondai.
Ieri su una torta già ben guarnita qualcuno ha voluto mettere la sua ciliegia candita.
Sappiamo bene che è in mano neofascista il Governo di questo paese.
Altrettanto bene sappiamo chi governa da 15 anni Milano e al soldo di quali economie.
Pensiamo Sala, la sua Giunta e il Consiglio Comunale, come responsabili della fine del Leoncavallo in via Watteau. Artefici dei Piani del Governo del Territorio e dei rapporti di sudditanza con la finanza immobiliare (ieri la società quotata in borsa dei Cabassi, appena dopo lo sgombero, è salita ben oltre il 4%) come le cronache di questi giorni non fanno che confermare.
Legalmente o no, gli amministratori milanesi, in sinergia con gli speculatori immobiliari, hanno fatto di Milano una città esclusiva per ricchi, espulsiva per le classi più povere e per una consistente fetta di ceto medio.
Hanno messo le basi per fare di Greco, l’ennesimo quartiere da asservire alla gentrificazione.
Hanno reso possibile, proprio in Via Watteau, la trasmutazione di una carrozzeria di un piano con cortile in un palazzo pseudo lussuoso di oltre dieci piani.
Loro non hanno vincolato l’area ex industriale a una destinazione d’uso non favorevole alla Società L’Orologio s.r.l, anzi, hanno steso un tappeto gentry, per la speculazione immobiliarista.
Loro, al Leoncavallo, hanno offerto una polpetta avvelenata di amianto e sfasciume nell’estrema periferia sud.
Non da meno, la destra neofascista, ieri, ha deciso di forzare la mano, mostrare i muscoli e digrignare i denti, alimentando la campagna elettorale permanente in cui sguazza (a Milano è imminente, giacché parliamo del 2026), per mostrare lo scalpo di chi le è ostile e per fare, anch’essa, gli interessi dei più forti e ricchi. I medesimi forti, i medesimi ricchi.
Da questo punto in poi è necessario aprire le porte a nuove possibilità.
La risposta data ieri, nel far fronte a questa aggressione insana, è stata viscerale e forte, malgrado lo sgomento che ha travolto tutte/i, ha tracciato un primo passo per un tragitto che dovrà essere capace di rilanciare non solo un futuro per il Leoncavallo. Le persone che hanno animato questo Spazio Pubblico Autogestito negli anni, le cinque generazioni che ne hanno Storia, i collettivi, le realtà politiche, i gruppi informali, la città e soprattutto i singoli che fino a pochi giorni prima hanno attraversato il Leoncavallo, con le loro piccole e grandi differenze e biografie, ieri hanno manifestato tormento e rabbia, si sono dette vive e presenti, nonostante la pioggia battente, arrivando anche da lontano, in un agosto che si pensava deserto hanno ripopolato le vie attigue l’ingresso del Leo, sono accorse numerosissime in difesa di uno spazio fisico, di un simbolo, di una idea diversa di abitare la città e paese, con generosità e premura, guidate da una spinta più alta dell’interesse personale.
Ieri una forza sociale che mancava da anni si è affacciata all’angolo con Via Watteau.
Questa forza sociale potrà essere generativa per Milano e per questo paese. Non sarà di sicuro facile. Il possibile chiede sempre forti energie per inverarsi. Bisognerà sforzarsi di dire l’indicibile, di indagare le trasformazioni sociali e antropologiche, aver ben chiare le responsabilità politiche, immaginare nuovi linguaggi, nuove pratiche.
Noi, nel nostro piccolissimo, dalle nostre province e periferie, con le tante vignaiole/i e le agricolture con cui siamo cresciute/i e abbiamo trovato casa anche e soprattutto al Leoncavallo, proveremo a portare il nostro contributo per far sì che il 6 settembre sia una tappa importante contro il fascismo di governo e la gentrificazione di chi amministra le città, gomito a gomito con la finanza immobiliare.
Per difendere, immaginare e costruire comunità autonome e perturbanti nella metropoli.
La Terra Trema | Folletto25603

Trattore: Giacomo Silva, 2017
Last modified: 22 Ago 2025