Le vene aperte del Giambellino
Le periferie sono continenti turbinosi, luoghi complessi e vitali dove il più delle volte il piacere di vivere arde forte grazie a politiche di autosostegno concepite tra le stanze di piccoli appartamenti, nelle strade, nelle piazze

testo di Laura M. Alemagna,
foto di Jacopo Loiodice

Oh!
La voglia di amare
Mi scoppia nel cuore
Soli si muore
Soli si Muore, nella versione di Teho Teardo & Blixa Barlgeld

 

Piazza Tirana è un cuore vivo e via Angelo Inganni è il dardo che lo trafigge, è arteria pulsante mai doma, mai ferma, mai quieta.
Attraversi Giambellino e Lorenteggio e cammini su strati di storia puramente milanese, di emigranti in Francia, di famiglie e singoli d’ogni dove, strabordanti meridionali, arabi e arabe, rom, latinos. Dialoghi impenetrabili, bambini nei passeggini, volti scavati, botteghe d’ogni tipo, clacson. Mestizaje.
E poi progetti e parole e verbi che incombono, rammendare, riqualificare, risanare.
La Mensa Comune Autogestita del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio è immersa qui, all’interno dei locali, occupati della Base. La Mensa funziona a pranzo due volte a settimana, il martedì e il giovedì, ma è un crogiuolo sempre attivo, doposcuola ai bambini, assemblee, iniziative, picchetti, lo sportello di solidarietà.
L’ingresso è indicato da segni spartani, guarda bene e la trovi.
È ancora presto, dentro si lavora tra tavoli e fornelli. Le stanze sono inondate di luce, calda, accogliente, tutto riflette, le bottiglie piene d’acqua, le stoviglie, le pareti bianche, i disegni sulle piastrelle intorno al lavandino, un’aragosta colorata. Calor.Il profumo rinfranca e conduce.
– Lasagne al Forno.
– Causa Rellena.
Un piatto italiano, uno peruviano, come Janet che cucina lì, il più delle volte con Benjamin, suo marito, oggi con Teresa che arriva dallo Sri Lanka.
Da una casa arrivano fumanti le teglie di lasagne. Agli occhi un via vai ovattato, concentrato, continuo e una trottola minuscola che gattona tra le stanze e i tavoli e delle volte ti guarda.

Causa Rellena è un piatto a base di patate e di pollo, accompagnato da una cupola di riso bianco e da una salsa piccante huancaína composta dal cuore fresco di rocoto e poi ricotta, leche, pane secco.
Aji amarillo, aji panca, aji mono. Ahi.
La Mensa funziona lì da ottobre. Ogni piatto è gratuito per chi non può permettersi un’offerta, si richiede un aiuto in cucina in cambio.
La filiera è quella delle botteghe di quartiere, italiane, sudamericane, arabe. È quella dei banchi del mercato rionale e settimanale, la carne si cerca di fare che sia sempre halal.
Intorno al 2015 qualcosa di simile era già stato accennato, era sempre la Base, Base di Solidarietà Popolare, ma si trovava negli spazi di via Emanuele Odazio, un vecchio bar affacciato sul mercato rionale di Lorenteggio.
Il Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio si muoveva anche lì, tra storie annose e mai sopite, tra questioni abitative impellenti, occupazioni e sfratti, lezioni di italiano e doposcuola, feste nel parco.
Per Milano e chi la viveva e la vive in urgenza sono anni senza politiche sociali adeguate, Aler fuori controllo, appartamenti malati di amianto, 13 mila sfratti, 23 mila persone in attesa dell’assegnazione di una casa, 10 mila case vuote. Tutto è un buco nero incontenibile.
In quegli spazi la questione del cibo e della sua accessibilità contorta cominciano a delinearsi. Sotto agli occhi il quotidiano spreco tra i banconi del mercato. Si decise di intervenire intercettando commercianti disponibili e si cominciò a raccogliere quanto veniva quotidianamente scartato.
Free Food Program Giambellino. Ridistribuzione del cibo raccolto in chiusura dei mercati e pranzi popolari, autogestiti e gratuiti.
Ma vennero gli sgomberi e altre menate.

Il Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio con forza selvatica non si ammansisce, d’altra parte le urgenze e le istanze che lo animano e muovono non sono per nulla risolte.
Nuove occupazioni nascono, anche a scopo abitativo, e nel quartiere si fanno spazio nuove famiglie in nuovi spazi. La Base si sposta.
Da qui a decidere di tornare a ragionare sulle questioni del cibo la strada è breve. Molte delle case occupate sono a oggi piccole e fredde, il gas d’uso domestico delle volte non è attaccato e la voglia è anche di creare spazio aperto e condiviso, riparo, socialità. E poi c’è una pratica raccontata nelle assemblee settimanali del comitato multiforme: in Ecuador e in Perù nel sangue è forte l’abitudine alla mutualità e si chiama pollada ed è prassi ricorrente di mutuo aiuto e autogestione messa in atto nelle comunità locali.

“Cuando pienses en volver
aquí están tus amigos, tu lugar y tu mujer
y te abrazarán
dirán que el tiempo no pasó
y te amarán con todo el corazón (…)”

Pollo fritto, qualche euro messo in cassa da ognuno, musica, danze e cuori festosi. Uniti si vince.
Il comitato si nutre e cresce nel confronto, ha fatto suo questa porzione di vita sudamericana. 
Le migrazioni portano con sé non solo lacrime e speranza, non solo corpi e sogni, ma anche modi di vedere il mondo, modi di vivere, modelli culturali.
Così si muove la storia in divenire della Mensa Comune Autogestita del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio in via Manzano 4. Si muove avanti e non si ferma.
La primavera è all’orizzonte, appena fuori si torna a preparare il terreno per l’orto de La Base. Sarà sinergico, le braccia sono giovani e preparate, le idee chiare, si delinea la spirale tra terra e paglia. Dalle finestre delle case sui lavori partono richieste e consigli, qualcuno sbircia, qualcuno bisbiglia. Pomodoro cuore di bue, m’arraccumanne.
Dentro, nel pieno del pranzo, le voci si sono fatte più forti e concitate.
Ogni tavolo un mondo. Ricordi di avventure giovani e felici nelle balere milanesi, paragoni tra papas rellenas assaggiate e troppi pizzoccheri nel piatto al tavolo di due belle signore.
Io mangio come un uccellino.
Altrove parole latine e italiane si mischiano, sguardi seri, pensieri, serenità e fatica.
La mensa ha una frequentazione variegata, ci sono gli e le occupanti, c’è soprattutto un’umanità aperta e variegata, Perù, Ecuador, Sud Africa, Marocco, Italia, Giambellino. Qui vivremo bene.

Il consiglio è di passare a mangiare a la mensa e alla Base, di prepararsi a mondonguito a la italiana e di ascoltare il racconto di chi anima quelle stanze.
In gioco c’è la storia di un quartiere, fatta di vite, non per altro, sospesa in uno stato d’indeterminatezza e così i suoi abitanti. Incombono gli sgomberi, incombono gli spostamenti di massa di chi vi risiede, incombe il senso oscuro di riqualificazione, incombono minacce e manganelli, incombe la rabbia, la resa sociale, la guerra tra chi non ha niente.

 

Un poscritto nel giugno del 2017:
La Mensa ha cambiato giorni di apertura, adesso sono il giovedì e il sabato.
Al sabato apre al pubblico anche l’orto, sempre più rigoglioso e che ormai avvolge quell’angolo di Giambellino.
Non di rado si aggiungono attività e laboratori per bambini e si tira avanti fino al tramonto.
Andate!

 

 

Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 04
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100 | 2 colori
Per continuare la lettura di questo e dei prossimi numeri de L’Almanacco potete scrivere a info@laterratrema.org
o cercare la vostra copia in uno di questi nodi di distribuzione autogestititi dai sostenitori.

Last modified: 17 Mag 2023

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